Una riflessione: Il "libro elettronico".
prima parte
Una riflessione sul "finto" futuro del libro:
il libro elettronico e le banche dati di monografie elettroniche.
Che cosa accadrà in un futuro che pretende che l’elettronica la faccia da padrona anche nel “libro”?
Cosa si potrà mai più reperire nelle biblioteche? Come far interagire il certo e acclarato con il potenzialmente risultabile?
La scusa è che un libro elettronico consente dei criteri di ricerca e quindi di individuazione dei suoi contenuti in maniera rapida, completa ed esaustiva riunendo in un unico risultato ciò che è presente in un numero imprecisato di volumi.
Con questa scusa del tutto ingiustificata si vuole far passare il principio che una "Banca Dati di monografie in formato elettronico", si tratti di saggistica o di narrativa, sia il futuro delle biblioteche.
QUALE GRANDE ERRORE IL PRENDERE IN CONSIDERAZIONE UN TALE PRINCIPIO!
Questa è una iniziativa sviluppatasi in America: mai più la carta, solo "eBooks" gestiti da piattaforme da sottoscrivere in abbonamento.
Ecco il pensiero che alcuni produttori di piattaforme di gestione di monografie in formato elettronico intendono inculcare nel pubblico.
Le continue proposte vengono in particolare destinate alle biblioteche le quali devono però tenere in conto che:
nessun rinnovo, nessun possesso.
Si tratta solo di un abbonamento fine a sè stesso, limitato nel tempo e nello spazio.
Si tratta di monografie che innanzitutto sono disponibili solo fino a quando si paga il "pedaggio" annuale.
Ma anche questa cosa non garantisce la presenza di un determinato volume: restano in lista solo se l'editore o l'aggregatore non decidano diversamente, altrimenti quel libro viene eliminato dall'elenco anche prima del termine dell'abbonamento. E se sostituito per caso da una edizione successiva, quella precedente viene eliminata: grandissimo errore in quanto questa cosa impedisce di verificare, individuare e valutarne le differenze.
Il caso questo in cui un commentatore subentri a uno precedente. Non v'è biblioteca che non voglia possedere entrambe le copie.
Penso ai volumi delle collane de "Les Belles Lettres", della "Biblioteca teubneriana" pubblicata dalla Walter de Gruyter Gmbh di Berlino, ma anche agli "Oxford Classical Texts", "Loeb Classical Library", "Collection Budé" e "Fondazione Valla": tanti sono gli stessi volumi che vengono riediti con un commento diverso
Non a caso questo tipo di banche dati sono prodotte in un continente che non ha una storia da conservare e raccontare, e che butta via tutto ciò che è "precedente"; diversamente che l'Europa e nella fattispecie l'Italia meridionale in particolare, dove si sono sviluppate e avvicendate varie culture anche sociali sin dai tempi antichi, e che grazie a incunabuli, manoscritti, cinquecentine e altro si sono potute ricostruire.
Prima del 1492 l'America era un continente sconosciuto e certamente non aveva nessuna storia culturale e sociale da tramandare ai posteri. Almeno non certamente scritta.
Dunque cosa può importare a chi non ha una storia da conservare e da tramandare, non conoscendone forse neanche metodi e criteri per farlo, affinché l'esperienza storica di un periodo sia a sua volta d'insegnamento al futuro?
Nulla, ovviamente.
A volerla dire tutta l'America ha una storia di violenza, sopraffazione, razzismo, prepotenza, arroganza che avrebbe tutto l'interesse a far dimenticare. Peccato che le esperienze degli antenati non hanno insegnato nulla ai loro posteri.
Comunque agli americani piace studiare la nostra di storia, perchè è proprio nelle biblioteche universitarie amercane che è facile trovare materiale librario d'antiquariato europeo e italiano, ed è proprio presso queste ultime che si possono reperire alcuni dei più importanti "Cataloghi" di Luigi Lubrano ben conservati o digitalizzati. E parlo di quei cataloghi che in altra sede ho definito:
"Saggi di storia e Banche Dati bibliografiche ante litteram"
E infatti è presso alcune biblioteche universitarie americane dove ne ho reperiti diversi, alcuni dei quali digitalizzati e disponibili liberamente online.
Il caso questo, a esempio, dei due volumi de il "Bollettino del Bibliofilo" pubblicato da Luigi Lubrano tra il 1918 e il 1920.
È la matematica che anche nell'ambito delle banche dati di monografie fa la parte del leone, visto che si tratta di sofisticati algoritmi tesi a creare le informazioni.
Ma questa cosa, che da una parte potrebbe apparire un vantaggio, diventa limitativa allorquando l’elettronica non può riuscire a far trasparire quella che giocoforza bisogna definire “l’anima del libro”.
Il libro elettronico è un robot che può fare tante cose materiali, ma non certo trasmettere sentimenti, storia o emozioni.
Quei sentimenti, quella storia e quelle emozioni che sono state alla base della preparazione e costruzione del libro, della testimonianza di una esperienza e del momento storico e culturale in cui è stato pensato e costruito, dall'inizio alla fine: non escluse le copertine e le rilegature, che in alcuni casi costituiscono, dopo oltre cinquecento anni, una vera e propria testimonianza storico-culturale.
Non a caso si vede una netta ripresa del libro di antiquariato nel quale rifugiarsi per rispolverare momenti storici quasi dimenticati: è questo a mio avviso il segno che la memoria storica della società e della cultura hanno necessità di punti fermi e indissolubili. E tante in Italia, in Germania, in Francia, in Svizzera, in America e addirittura in India sono le librerie che utilizzano "vetrine virtuali" di piattaforme come AbeBook per mettere in vendita i loro testi.
Sì, il “libro elettronico” è la morte del libro e della memoria storica di una società
Cose queste che solo il libro cartaceo può fornire, nel bene e nel male.
Anche nell'ambito della narrativa e del romanzo.
La versione elettronica di un libro che è risultato essere un assoluto insuccesso commerciale farà letteralmente scomparire quel libro cancellando la memoria del suo autore.
La sua versione cartacea continuerà a essere la testimonianza di un risultato che, ancorché negativo, costituirà esempio ed esperienza per il futuro.
Una riflessione: Il "libro elettronico".
seconda parte
DUNQUE OCCORRE DIFFIDARE DALLE BANCHE DATI DI MONOGRAFIE ELETTRONICHE!
Si trattasse anche di volumi scientifici o di medicina oltre che, ovviamente, di saggistica storica e letteraria nonché di narrativa.
Può sembrare che almeno le due prime discipline siano così tanto in evoluzione continua da rendere immediatamente obsoleto un volume pubblicato qualche anno, mese o addirittura pochi giorni prima.
Questo principio in realtà non vale neanche per la rivista: medica o scientifica che sia.
La memoria storica di un processo evolutivo ha da sempre la necessità di essere rimesso in luce, e la differenza tra il possederne la copia su carta, dalla quale poter ricavare la "storia", o una copia sul PC o sul lettore è enorme e non paragonabile.
Dunque evitare di farsi "abbagliare" da una finta tecnologia e da un finto futuro: il libro e la rivista in formato cartaceo avrà bisogno di continuare a esistere.
E sopratutto fate attenzione, lo abbiamo già sottolineato più volte, a quando vi si presentano da voi con file Excel contenenti i dati statistici sull'utilizzo della banca dati attivata in trial o magari sottoscritta!
Vi mostreranno accessi e download da capogiro e vi convincerete che quello in cui magari non credevate è invece un prodotto utilizzato e ben sfruttato.
In verità non potrete mai essere certi che quelli che vi mostrano sono dati certi e reali. O meglio: reali lo sono perchè il sistema li ha registrati, il dubbio resta a proposito di "certi"; ho però saputo che in qualche caso qualcuno ha modificato il file invece che manipolare gli accessi facendosi scoprire: un vero pollo!
Come manipolare i dati l'ho ben descritto in una altra pagina.
Basta collegarsi da una qualsiasi postazione di ateneo e darci dentro con accessi, ricerche e download, oppure da casa o dall'ufficio. Vero è che se si andasse a monitorare dove sono dislocati gli IP del collegamento alcune magagne si potrebbero scoprire, ma nessuno mai ci pensa a farlo; poter accedere dall''Ateneo invece consente una maggiore manipolazione.
Ricordate: le password di accesso le avete solo voi e... il venditore/produttore!!!
Come è che affermo queste cose? Semplice: ma perchè io con una agenzia commissionaria che produce e vende abbonamenti alle banche dati ci ho lavorato, e queste cose le ho provate e verificate e so bene come fare, volendo.
Fatevene una ragione: siete destinati a essere potenzialmente ingannati. Non è detto che lo sarete certamente, ma...
Senza i libri e i cataloghi di Luigi Lubrano che continuano a tramandare la nostra storia, saremmo più poveri come stato e come nazione europea.
Il libro elettronico sarà la morte delle biblioteche, soprattutto di quelle di tipo “conservativo” e di quelle che ricevono, e sono tante!, donazioni o lasciti ereditari, e seppure per certi versi esso può apparire come la panacea per le ricerche alfine di raggiungere un immediato risultato che avrà coinvolto centinaia di monografie, di fatto farà mancare loro la caratteristica principale: la sensibilità nella individuazione dei risultati ottimali.
Qualsiasi risultato ottenuto attraverso un sistema algoritmico che effettua una estrapolazione di dati all’interno di un meccanismo automatico, impedisce che possano venire considerati fattori di valutazione e analisi dipendenti dalla sensibilità umana.
Cosa questa, che potrebbe portare a risultati più completi ed efficaci.
L’unica utilità della versione elettronica di un libro è la sua facilità di acquisizione, il costo generalmente inferiore oltre il 30% della corrispondente versione cartacea, la possibilità di promozioni che vedono un abbattimento del prezzo anche del 90%, e infine sopratutto la semplicità con la quale essi vengono “craccati” alfine di essere messi in giro, in determinati "circuiti circoscritti" senza spese.
Ma per il resto ciascun testo resta finalizzato a sé stesso tendendo poi comunque a scomparire per sempre.
Inutile girarci intorno: i libri elettronici si “craccano” e non c’è sistema di protezione che tenga.
Alcuni di essi vengono messi in circolazione appena disponibili in formato elettronico e spesso già prima che le copie cartacee raggiungano le librerie di alcuni centri.
Insomma: il libro elettronico è davvero un affare?
Sarà davvero il futuro dell’editoria o sarà destinato a deperire per poi lentamente morire?
Noi appassionati, seguaci ma sopratutto discendenti diretti dell'antiquariato librario pensiamo e crediamo proprio di no!