“Dell'incendio di Pozzuolo Marco Antonio delli Falconi all'illustrissima signora Marchesa della Padula nel MDXXXVIII”
[…] Sono già ormai due anni che in Pozzuoli, in Napoli e nelle parti convicine ci sono stati molti terremoti, e nel giorno innanzi che apparve tale incendio tra la notte e il giorno furono sentiti nei predetti luoghi, tra grandi e piccoli, più di 20 terremoti. Il dì nel quale apparve detto incendio fu il 29 settembre del 1538, nel quale si celebra la festa di San Michel’ Angelo e fu la domenica circa a una ora di notte, e secondo quanto m’è stato riferito cominciarono a vedersi in quel luogo che è tra il sudatoio e tre pergole certe fiamme di fuoco le quali cominciarono dal detto sudatoio ed andavano verso tre pergole, e ivi fermatosi cioè in quella valletta che tra monte Barbaro e quel monticello che si denomina dal pericolo, per la quale valletta s’andava al lago Averno e ai bagni, in breve spazio di tempo il fuoco pigliò tanta forza che nella medesima notte eruppe nel medesimo luogo la terra, ed eruttò una tanta quantità di cenere e di sassi pomicei mischiati con acqua che coperse tutto quel paese, e in Napoli piove quella pioggia d’acqua e di cenere per gran parte della notte, la mattina seguente che fu il lunedì e l’ultimo del mese i poveri cittadini di Pozzuoli sgomentati da un tale orribile spettacolo abbandonate le proprie case pieni di quella fangosa e cinerulenta pioggia, la quale durò tutto il giorno per quel paese fuggendo la morte col volto però dipinto dei suoi colori, chi con il figlio in braccio, chi con il sacco pieno delle loro masserizie, e chi con qualche asinello carico guidava la sbigottita sua famiglia verso Napoli…[…]