Il figlio di don Luigi, Aldo, continuò il lavoro di libreria commissionaria iniziato dal padre fino a quando contingenze economiche lo obbligarono a tirare i remi in barca.
Trasferì per questo motivo il portafoglio di esperienza, clientela, conoscenza, capacità, formazione commerciale nonché il fatturato allora esistente, all'editore per il quale lavorava come agente dirigendone la sede di Napoli.
Grazie ai frutti e alle esperienze portate dal Cav. Lubrano, La Nuova Italia Bibliografica, NIB il suo acronimo, costola neonata de "La Nuova Italia Editrice S.p.A." espanse in tutto il territorio nazionale, con la presenza di singoli agenti per ciascuna provincia, quella che era una attività già proposta nell'ambito del territorio italiano e seguita dai soli componenti della Famiglia.
Venne a mancare però quella presenza nei paesi europei che tanto era stata fonte di un reciproco orgoglio e interesse.
La NIB continuò nel proporre la figura dell'agente commissionario partner affidabile e coscienzioso facendo propria quella politica vincente, mantenendo in questo modo l'iniziale metodologia di don Luigi nella gestione della clientela.
Questo prima che su quell'Editore fossero messe le mani di imprenditori nazionali senza scrupoli che non considerando quello un loro ulteriore vantaggioso business, affossarono letteralmente quella tipologia di "mestiere" creando addirittura disagi e danni di immagine al servizio e al personale.
Ma nella storia della Biblioteconomia internazionale, e all'interno delle strutture che si sono pregiate di servirsi dell'apporto delle conoscenze storico-scientifiche e umane di don Luigi Lubrano, ancora oggi il suo nome è conosciuto e venerato.
Conservati gelosamente e protetti con cura sono i suoi cataloghi che ancora oggi vengono considerati un punto di riferimento unico e fondamentale in ambito bibliografico e bibioteconomico.