Oggi io sono il penultimo (il terz'ultimo in realtà perché “l'ultimo” è davvero troppo piccolo!) discendente di questa dinastia, ma credo che con me moriranno la passione per i libri, per la memoria e la cultura di una persona che ho avuto poche possibilità di conoscere essendo io troppo piccolo per abbeverarmi ai racconti e alle infinite conoscenze di cui il mio "Nonno Paterno" non si è mai apertamente vantato.
Forse anche per questo da me maggiormente rispettato e onorato unitamente al figlio, mio papà.
Gabriele, il “penultimo” della dinastia, è troppo lontano da una avventura meravigliosa e affascinante come quella che ha visto protagonista una famiglia storicamente rilevante nella storia del mondo bibliografico europeo.
Mio papà non amava molto parlare del suo passato di libraio e di figlio di uno dei maggiori librai antiquari europei.
Sono certo che il motivo era evitare il riacutizzarsi di ferite mai rimarginate e dolori mai placati.
E io, con questa grande Storia alle spalle, con una innata e inequivocabile formazione commerciale e sociale, sono stato vilipeso, giudicato e buttato via da persone inette, incompetenti, ignoranti, malvagie! Senza capacità organizzative e gestionali di alcun genere! Semplici "Signor sì" che si usano finché servono e poi li si getta via.
E solo per il solo semplice motivo di non aver avuto la capacità e la disponibilità economica per essere autonomo nel mio lavoro ma di dover essere alle dipendenze.
“Gettato via” da persone la cui vigliaccheria si è manifestata palese sin da subito arrivando al suo culmine nel giorno in cui han compiuto il loro atto finale: era un giorno del mese di Luglio del' 2014.
Dalla mia parte mi pregio di un nome che porto con orgoglio e che ho onorato e che continuerò a onorare sino alla fine dei miei giorni.
Un nome che è già da tempo nella storia.
Lascio a quegli altri l'essere quello che appaiono.