L'articolo proposto nella pagina precedente ci sembra un testo molto interessante perché sembrerebbe rassicurare tutti coloro che temono la scomparsa dei libri stampati su carta e non nell'aria.
Soprattutto io che mi domando se in un mondo di stampa tutto virtuale, nel quale chi spende i soldi non è possessore di nulla e che tutto ciò che crede aver comprato è destinato a scomparire, accadrà mai che di tutto quello che è stato pubblicato nel corso del secolo precedente, si potrà mai parlare di “antiquariato del libro” così come ne parlava mio nonno che era alla sua epoca uno dei più importanti librai antiquari?
Quale "antiquariato" potrebbe mai esistere per delle monografie elettroniche?
Ci sarà mai qualcuno che come me, avrà la possibilità di indagare all’interno di cataloghi e opere che raccontano non un tempo trascorso ma la storia attraverso le pagine dei libri?
E sopratutto: come potrà avvenire il passaggio "in vendita" o "in eredità" di una biblioteca virtuale?
Intere biblioteche andranno così perse e smarrite, salvo che non si "lasci in eredità" anche il porprio "eBook Reader" probabilmente obsoleto, con un sistema operativo vecchio e non più aggiornabile: a esempio alcune applicazioni di lettura per iPad APPLE avverte "Attenzione: "XYZ" non sarà più funzionante con l'aggiornamento della prossima versione del sistema operativo".
Il che significa: disinstallare l'applicazione unitamente a tutto il suo contenuto.
Bene: io che sono titolare del mio "ID ADOBE" faccio il trasferimento da una applicazione vecchia a un'altra corrente e mantengo il possesso di tutto. Sempre che riesca a recuperare tutto.
Ma perchè i miei libri siano leggibili da altri, che faccio? Nel "testamento" inserisco il mio "ID ADOBE"?
Potrei; forse potrebbe funzionare così dopo aver trasferito tutti i volumi in una cartella dedicata nel PC.
Ma come funzioneranno le "donazioni e/o i lasciti ereditari alle biblioteche"?
Spariranno o qualcuno ha pensato a una soluzione senza averla ancora esplicitata?
Certamente molto di quanto viene pubblicato è vera e propria “spazzatura”, e soprattutto la narrativa, i romanzi cioè, manifestano uno scadimento penoso della qualità di contenuti. Non saranno molti i volumi degni di restare "immortali" nel tempo.
Si pubblica di tutto e in tanti, troppi!, credono di essere “scrittori”.
Quanta pochezza, invece, e quanta carta verrà buttata.
D’altronde anche nel passato non tutto ciò che veniva stampato era oggetto di conservazione; il pregio di molti volumi sono state e lo sono tutt'ora le caratteristiche della stampa, la tipologia delle rilegature e i disegni.
Una connivenza "Elettronico/Cartaceo" e viceversa è possibilissimo ed è la sola cosa auspicabile.
Una trasmigrazione dalla carta all'elettronico è sicuramente a mio avviso da scongiurare.
Per il bene della memoria della storia, della cultura e delle scienze in generale.