“Ricopertinare” i libri: personalizza, impreziosisce o sminuisce il valore del libro?
In questa pagina:
01 - Dalla "Legatura" alla copertina cartonata.
02 - Gli "Ex Libris"
Circa il “ricopertinare” i libri.
Quella di “ricoprire” i volumi a stampa o i manoscritti apponendovi una “legatura” rigida, con facce e spesso anche la costa in legno ricoperte in pelle arricchita con borchie e stemmi, e scritte in oro che lasciassero ben identificare la biblioteca e il suo proprietario o la famiglia di provenienza, è stata una pratica risalente ad alcuni secoli addietro.
Ora andata in disuso al massimo si tende a “ricostruire alla men peggio” un volume malridotto che si tende a conservare in casa. In pratica una vera e propria “ricopertinatura” che spesso vede l’eliminazione della copertina originale magari consumata dal tempo e dall’uso.
Quella inserita in sua sostituzione è composta da due facce in cartone di circa tre millimetri di spessore; sono rivestite di carta con colore uniforme ma anche spesso con disegni di fantasia. Quelle interne sono rivestite da fogli bianchi incollati a partire dal bordo della piegatura della copertura esterna tese a creare continuità con il volume la cui prima pagina diventando in questo caso quinta corrisponde alla terza del testo originario; riporta nella generalità dei casi l'autore, il titolo, l'editore, e se presente l'anno di pubblicazione. Certamente nessuna immagine o stemma identificativo.
La costa può essere applicata a parte non in continuità con le facce della ricopertura; in tela coloratao in carta. Se l'incollaggio alle due facce cartonate non è perfetto tendono a venir via.
Raramente è dello stesso colore e da come mi è capitato di vedere spesso presenta una piena odiosa dissociazione cromatica con il resto.
Le moderne "rilegature" prevedono l'utilizzo di un foglio unico nel quale integrare le due facce di cartone con al centro, distante qualche centimetro di distanza da quelle una striscia di cartone atta a divenire la costa. In questo modo la ricopertura è uniforme senza ulteriori incollaggi esterni. La larghezza della striscia centrale, ccosa questa che contribuisce a stabilire la larghezza complessiva del foglio da utilizzare e che include i margini da ripiegare sulle due facce interne, corrisponde allo spessore del volume.
Nella generalità dei casi questo all'esterno risulta completamente anonimo.
Alcuni sulla prima faccia incollano la copertina originaria. Pratica che ritengo davvero sconveniente sopratutto quando il lavoro è fatto in maniera approssimativa e la carta utilizzata è disamonizzata e fa bisticcio con i colori della copertina originaria applicata.
Altri sempre sulla prima faccia, fanno stampigliare il nome dell'autore e il titolo in lettere dorate.
Alcune volte queste indicazioni vengono poste longitudinalmente sulla costa, ma è cosa rara.
Luigi Lubrano nei suoi cataloghi descrive per la vendita non poche “Legature” di valori e pregi diversi a seconda della loro provenienza e appartenenza.
La Legatura a livello di antiquariato è un elemento che ha avuto e ancora oggi ha una importanza storica rilevante.
Il semplice procedere a ricopertinare un libro spesso rispondeva a una esigenza pratica: il mantenere in libreria volumi che avessero esternamente lo stesso colore venendo poi posizionati sullo scaffale secondo l'altezza. Non sempre infatti questo lavoro è servito per salvaguardare un libro da conservare, ma solo in quanto trattavasi di un "oggetto di arredamento".
Raramente quel libro veniva letto! di fatto era lì esclusivamente per motivi di estetica e immagine.
Ho fatto cenno poco sopra alla "Legatura" quale elemento essenziale e necessario per ricoprire e proteggere manoscritti e opere a stampa conservate in una biblioteca.
La “Legatura” era l’elemento di identificazione del possessore del libro e ne testimoniava il momento storico-sociale al quale apparteneva.
Rappresentava il “simbolo della famiglia”, e sono tante le legature singole messe in vendita in considerazione del loro valore intrinseco e specifico indipendentemente dal contenuto al quale erano da collegarsi.
Nei Cataloghi di Luigi Lubrano spesso le Legature hanno una parte importante e vengono sottolineate spesso più che per il loro contenuto.
Sono testimonianza di una epoca, di una famiglia, di un cardinalato, di un papato e segnano i momenti storici attraversati proponendosi come elementi di valutazione circa l'importanza della loro provenienza.
Il ricopertinare i libri è stata poi una prassi in voga da chi, persona di cultura e di buona famiglia, abitualmente prediligeva avere in casa una “libreria che mostrasse i volumi posseduti in maniera uniforme nei colori e nelle misure” e dunque suddivideva i volumi per l’altezza e per il colore della copertura.
Costruita, quest’ultima, secondo necessità dove autore e titolo comparivano sulla costa spesso a caratteri dorati; la copertina originaria veniva eliminata del tutto dando quasi a intendere che il volume potesse essere stato “pubblicato” dal padrone di casa.
Gli "Ex Libris"
E laddove fossero di proprietà di personaggi illustri e altolocati, o persone che ricoprivano incarichi importanti nel mondo sociale, politico e religioso come a esempio cardinali o papi, le biblioteche private raccoglievano negli scaffali volumi “marchiati” con gli “Ex Libris”, sostituti alternativi minori delle “Legature” di un tempo.
Più pratici e sicuramente per certi versi potenzialmente più economici sì da venire applicati anche ai libri di coloro che, meno abbienti, volevano comunque lasciare un ricordo di sé.
Si tratta in sintesi una particolare forma di “etichetta” rappresentante una immagine specifica o anche lo stemma di famiglia completata spesso e volentieri da un motto.
L'ex libris lo si trova in genere apposto nella parte interna della prima pagina di copertina dei volumi.
Quasi sempre rilegati con copertina rigida, ma non è difficile trovarne anche all'interno di volumi in brossura.
La gran parte sono costituite da veri e propri riquadri cartacei, ma anche in cuoioo in pergamena: venivano ovviamente incollati; in alcuni libri sono apposti con dei timbri. Più pratici ed economici che tendenzialmente scolorivano sbiadendo quasi del tutto. Colpa dell’inchiostro.
Gli “Ex Libris” sono spesso tutt’oggi oggetto di collezione e non sempre il loro recupero è stato “indolore” per il volume sul quale erano stati apposti.
Un esempio di un Ex Libris conservato da Luigi Lubrano: raffigurano uno degli stemmi cardinalizi utilizzati da Mario Marefusco e apposti in 4 singoli volumi appartenuti alla sua Biblioteca privata.
Caratteristica in genere non comune è la specificazione, in basso a destra, del volume al quale erano riferiti. La sigla apposta non lascia però comprendere quali essi fossero.
A proposito di questo argomento ne scrivo nella pagina collegata con il titolo.
IMMAGINI DI ALCUNE LEGATURE ANTICHE PROPOSTE IN VENDITA NEI CATALOGHI DI LUIGI LUBRANO