“Il Mercadante già Teatro del Fondo: Storia di un teatro napoletano.”
di Tommaso Tuccillo, Kairòs edizioni, 2022
Testo riprodotto a seguito di liberatoria fornita dall'Autore e dall'Editore
…in cui si legge a proposito del “Teatro di corte Palazzo Reale - Piccolo teatro della città di Napoli”
Capitolo Primo - La dislocazione dei teatri nella città di Napoli
tra il 1600 e il 1700
I.1 I teatri di Napoli
[…] Fin dalla metà del 1736 Carlo di Borbone si era convinto che Napoli dovesse essere provvista di un grande teatro.
Il "Teatro di San Bartolomeo", con tutte le trasformazioni avvenute, non rispondeva a questa esigenza, poiché piccolo e soprattutto mal situato. Inoltre, e questo era tra gli handicap principali, l'ingresso del "San Bartolomeo" era molto angusto e rendeva difficilissimo l'ingresso alle carrozze della nobiltà che si recava a vedere le rappresentazioni.
Per questi motivi, nell'agosto del 1737 il Re manifestò alla Casa degli Incurabili […] il fermo proposito di far costruire un nuovo teatro proprio accanto al Palazzo Reale, il "Real Teatro di San Carlo".
Ora, prima di addentrarci in quello che diventerà il più grande ed ambito teatro di Napoli e di tutto il Regno, bisogna annoverare ancora l'esistenza del "Teatrino di Corte di Palazzo Reale", in origine Gran Sala, poi trasformata in teatro dai viceré: questi, seppure attratti dagli spettacoli teatrali rappresentati nei teatri pubblici, per questioni di decoro dell'epoca non potevano recarvisi.
In epoca borbonica, sotto Carlo, il teatro ebbe il suo periodo aureo: la sala fu arricchita di lampadari e specchi e, nel 1768, l'architetto Ferdinando Fuga ebbe l'incarico di trasformarlo in un teatro di corte vero e proprio. Le pareti furono dotate di lesene con capitelli dorati e mensole; fu creata una grande balaustra adornata con maschere dorate ed al centro fu messo il Palco Reale.
Nel 1789 il soffitto fu affrescato da Antonio Dominici, Giovan Battista Rossi e Crescenzo La Gamba, mentre in dodici nicchie furono poste le statue realizzate da Angelo Viva rappresentanti le Muse, Apollo, Minerva e Mercurio, chiari esempi del gusto neoclassico che andava affermandosi in tutto il Regno, stimolato anche dai ritrovamenti archeologici di Ercolano e Pompei. Il teatro di corte di Palazzo Reale fu danneggiato dai bombardamenti del 1943: in particolare fu la volta a subire i danni peggiori, tanto che a tutt'oggi non è stato possibile ricostruirla.
Fortunatamente, le statue del Viva sfuggirono alla distruzione e, grazie ad un poderoso intervento di restauro, si riuscì - a partire dal dopoguerra - a ricostruire un'opera completa in modo decoroso e soprattutto funzionale.