Nel 1932 “Luigi Lubrano” pubblica, per conto della “Società Napoletana di Soria Patria” e sotto gli auspici del Banco di Napoli, con il terzo volume della serie “Cronache e documenti per la storia dell’Italia Meridionale dei secoli XVI e XVII un testo a cura di Alfredo Parente:
“SUCCESSI DEL GOVERNO DEL CONTE D’OÑATTE – MDCXLVIII – MDCLIII”
Il documento analizza il periodo storico del regno di Napoli sotto il governo di “Iñigo Vélez de Guevara - Conte di Oñate”, viceré tra il 1648 e il 1650, evidenziando le difficoltà economiche, le rivolte popolari e le tensioni politiche interne ed esterne.
Il viceré ha adottato misure economiche per stabilizzare il regno, come la riduzione delle tasse, il controllo dei prezzi, l'importazione di grano e la promozione del commercio, oltre a interventi infrastrutturali e sociali, come la costruzione di opere pubbliche e l'istituzione di conservatori per i più vulnerabili.
Sul piano politico e sociale, ha cercato di consolidare il potere regio, reprimendo congiure e banditismo, e ha gestito con fermezza i rapporti con la nobiltà e il clero.
In ambito militare, il viceré ha intrapreso campagne per la riconquista di territori strategici, come Portolongone e Piombino, dimostrando abilità strategiche.
Tuttavia, il regno ha continuato a vivere in una situazione di fragilità economica e sociale, aggravata da carestie, disordini e disparità.
Nonostante alcuni successi, il governo del conte d'Onatte è stato segnato da instabilità e critiche, culminando nella sua sostituzione con il conte di Castrillo.
Il periodo è caratterizzato da una combinazione di sforzi per il miglioramento economico e sociale, conflitti militari e tensioni politiche, che hanno lasciato il regno in un equilibrio precario.
Quest’opera è una vera e propria cronaca dettagliata degli eventi accaduti nel Regno di Napoli durante il governo del conte d'Onatte (1648-1650) e altri episodi significativi del XVII secolo.
I principali eventi storici chiave menzionati e descritti legati al Regno di Napoli e ad altre regioni italiane durante il XVII secolo descritti nel testo includono:
- Rivolte popolari e instabilità interna: Ribellioni contro il governo spagnolo, guidate da figure come Masaniello e Gennaro Annese.
- Repressione delle congiure: Azioni contro gruppi ribelli come la "Compagnia della morte" e gli "Impeciati".
- Gestione delle carestie e crisi economiche: Misure per affrontare la penuria di grano, stabilizzare i prezzi e regolare le gabelle.
- Conflitti con la nobiltà: Tensioni con figure come il principe di Montesarchio e il duca di Maddaloni.
- Assedio e riconquista di Portolongone (1650): Campagna militare per riprendere il forte sull'isola d'Elba, sottratto ai francesi.
Fu condotto dalle forze spagnole sotto il comando di don Giovanni d'Austria e Dionisio di Gusman, culminato nella resa della piazza il 15 agosto 1650.
Viene descritta la riconquista di Portolongone, una fortezza strategica sull'isola d'Elba, occupata dai francesi, con dettagli sulle operazioni militari e la resa finale. - Assedio di Piombino: Operazione militare per riprendere il controllo della città e del castello di Piombino. Conquista strategica da parte delle forze spagnole guidate dal conte di Conversano.
- Conflitti con la Francia: Tensioni con il regno di Francia, inclusa la presenza di armate francesi nel Mediterraneo.
- Conflitti tra Francia e Spagna: Tensioni tra le due potenze per il controllo dell'Italia, con incursioni francesi e operazioni militari spagnole.
Il documento evidenzia le tensioni tra le due potenze, criticando le politiche francesi e celebrando la fedeltà del Regno di Napoli alla corona spagnola. - Critica alla Francia: Il documento contiene un manifesto politico contro le pretese francesi sul Regno di Napoli, esaltando la superiorità morale e politica della monarchia spagnola.
- Rivoluzioni in Catalogna e Portogallo: Ribellioni in altre parti della monarchia spagnola che hanno influenzato il regno di Napoli.
- Resa di Barcellona: Vittoria spagnola celebrata con festeggiamenti a Napoli.
- Conflitti con il clero e tra il conte d'Onatte e il papa Innocenzo X: Scontri diplomatici tra il viceré e il potere ecclesiastico; in particolare tensioni politiche e personali tra il viceré e il cardinale Filomarino, e relazioni difficili con papa Innocenzo X inclusi tentativi di ottenere la porpora cardinalizia.
Si menzionano anche le tensioni con il papato e l'ambasciata del Gran Turco alla corte di Spagna. - Gestione del banditismo: Azioni contro i banditi nelle province per garantire maggiore sicurezza.
- Rivolte e sedizioni nel Regno di Napoli: Il conte d'Onatte affrontò con fermezza le rivolte popolari e reprimendo le congiure e punendo i ribelli, tra cui Gennaro Annese.
- Giustizia e repressione: Esecuzioni pubbliche di ribelli e criminali per mantenere l'ordine.
- Costruzione di infrastrutture: Realizzazione di opere pubbliche promosse per migliorare la città di Napoli come fontane, ampliamenti urbani e lavatoi.
- Nozze di Filippo IV con Marianna d'Austria (1649): Celebrazione delle nozze del re di Spagna con invio di ambasciatori da Napoli.
- Destruzione di Castro (1649): Ordine di papa Innocenzo X per distruggere la città di Castro.
- Cambiamento del viceré: Sostituzione del conte d'Onatte con il conte di Castrillo nel 1653.
- Cavalcata del principe d'Avellino a Roma (1653): Evento sontuoso per presentare la Chinea al papa come tributo simbolico e simbolo della fedeltà del Regno di Napoli alla Santa Sede.
- Riforme urbanistiche a Napoli: Progetti per migliorare la città, come l'ampliamento del molo e la costruzione di fontane.
- Giustizia e repressione: Esecuzioni pubbliche di ribelli e criminali per mantenere l'ordine.
- Gestione delle gabelle: Misure economiche per stabilizzare il regno come la reintroduzione parziale delle gabelle e la gestione dell'annona, oltre a limitare l'autorità dei nobili e dei baroni.
- Celebrazioni e festività: Eventi religiosi e civili, come la festa del Corpus Domini.
- Relazioni internazionali: Ambasciata del Gran Turco alla corte di Spagna e relazioni diplomatiche.
Questi eventi riflettono il contesto politico, militare, sociale ed economico del Regno di Napoli e dell'Italia nel XVII secolo.
Esso descrive le rivoluzioni, le congiure, le azioni militari e politiche, e le relazioni diplomatiche che hanno caratterizzato quel periodo.
In sintesi, il testo celebra la fedeltà del Regno di Napoli alla Spagna, critica le ambizioni francesi e documenta le complesse dinamiche politiche, sociali e militari dell'epoca.

Il “Conte d’Oñatte” - Viceré Del Regno di Napoli dal 1648 al 1650.
“Iñigo Vélez de Guevara, Conte di Oñate[1]” (Onatte è la versione italianizzata del nome del comune basco del quale i Guevara ebbero il controllo), fu un diplomatico spagnolo che ricoprì il ruolo di Viceré di Napoli dal 1648 al 1653 (secondo alcune fonti, fino al 1650).
Fu detto “el mozo” per distinguerlo dal padre omonimo; fu il settimo conte di Oñate e quarto conte di Villamediana, personaggio di spicco del regno di Filippo IV d’Asburgo (1605-1665). Fu protagonista di un’intensa carriera politica che lo vide ricoprire gli incarichi di ambasciatore in Inghilterra e a Roma e di viceré a Napoli.
Dopo aver pacificato il regno partenopeo reduce dalla rivolta di Masaniello (1647-48), tornò in Spagna, entrò nel Consiglio di Stato e ricevette il titolo di marchese di Guevara.
Nominato governatore del ducato di Milano nel 1658, morì poco dopo senza avere la possibilità di esercitare l’incarico.
Arrivato a Napoli in un periodo estremamente turbolento, dopo la rivolta di Masaniello e l'occupazione francese di Ischia, dimostrò notevoli doti strategiche e diplomatiche.
Riuscì a scacciare i francesi da Ischia e Nisida, a sedare la rivolta dei Pignatelli in Calabria e a restaurare la monarchia spagnola a Napoli, con una repressione mirata solo ai capi-popolo.
Respinse inoltre ulteriori tentativi di sbarco francesi e sventò congiure interne, come quella di Andrea d'Avalos.
La sua politica di energica restaurazione del potere spagnolo e dell'ordine pre-rivoluzionario incontrò l'opposizione di parte della nobiltà napoletana.
Nel 1648, fu ordita una congiura contro di lui, il cui principale promotore fu, per l’appunto, Andrea d'Ávalos, principe di Montesarchio.
Questa congiura rappresentava un tentativo di resistenza alla sua forte leadership e alle sue misure volte a ripristinare il controllo monarchico.
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[1] Oñati:
- Comune Basco: Oñati Onatte (ufficialmente in basco : Oñati - divenne Oñate a causa dell'evoluzione fonetica della finale postonica -i in -e.) è il comune più grande della provincia di Guipúzcoa, nei Paesi Baschi, Spagna.
- Contea Indipendente: Storicamente, Oñati fu una potente contea autonoma, governata dalla famiglia Guevara, che esercitava ampi poteri feudali.
- Università di Oñati: Nel 1543, vi fu fondata la prima università dei Paesi Baschi, l'Università di Oñati.
- Integrazione Tardiva: Nonostante i tentativi di annessione, Oñati mantenne la sua indipendenza fino al 1845, quando fu definitivamente incorporata nella provincia di Guipúzcoa con l'abolizione dei diritti feudali.
- Ruolo Carlista: Durante le guerre carliste, fu un'importante roccaforte.
Fonte: https://es.wikipedia.org/wiki/O%C3%B1ate
Oñate si oppose anche all'ingerenza papale negli affari del regno, negando nel 1652 l'exequatur[1] (l'autorizzazione civile) a una bolla di Papa Innocenzo X che riguardava la soppressione dei conventi.
Questo rifiuto sottolinea la sua determinazione a mantenere l'autonomia del potere regio spagnolo rispetto alle prerogative ecclesiastiche, un punto di attrito comune tra le monarchie e il Papato dell'epoca.
Guidò anche le truppe napoletane alla conquista di Piombino e Porto Longone.
Oltre alle sue capacità militari e politiche, Oñate fu anche un promotore della cultura a Napoli.
Sostenne l'Accademia degli Oziosi e la produzione di drammi musicali, e fece restaurare il Palazzo degli Studi (oggi Museo Archeologico Nazionale).
Nonostante i suoi successi, la sua eccessiva ingerenza nell'amministrazione di Napoli lo rese inviso a parte della nobiltà e al cardinale Ascanio Filomarino, che ne sollecitarono il richiamo in Spagna.
La sua azione, sebbene repressiva per ristabilire l'ordine, fu anche di restaurazione culturale, con il riavvio delle università, ma sempre improntata all'ortodossia cattolica e alla fedeltà alla monarchia spagnola, avvalendosi dell'aiuto dei Gesuiti e del cardinale Filomarino.
Al suo ritorno in Spagna fu nominato consigliere di stato e marchese di Guevara. Morì nel 1658 mentre ricopriva l'incarico di governatore di Milano.
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[1] Il termine "exequatur" si riferisce all'autorizzazione concessa da un'autorità civile (in questo caso, il Viceré spagnolo di Napoli) per la pubblicazione e l'applicazione di un atto pontificio (una bolla papale) nel proprio territorio. Senza l'exequatur, una bolla papale non aveva validità legale nello Stato in cui veniva promulgata.
Nel contesto napoletano successivo alla rivolta di Masaniello (iniziata nel 1647), la questione dell'exequatur alla bolla di Innocenzo X fu un punto di forte attrito tra l'autorità spagnola e quella ecclesiastica.
Ecco i punti chiave riguardanti l'exequatur alla bolla di Innocenzo X a Napoli:
- Il Viceré Iñigo Vélez de Guevara, Conte di Oñate, negò l'exequatur. Come menzionato nel testo che hai fornito, Oñate "Negò (1652) l'exequatur alla bolla di Innocenzo X sulla soppressione dei conventi." Questo è un esempio significativo della sua politica di restaurazione e del suo intento di riaffermare l'autorità spagnola sul Regno di Napoli, anche in ambito ecclesiastico.
- Contesto della Bolla: Innocenzo X aveva promulgato la bolla "Instaurandae regularis disciplinae" (15 agosto 1652) con l'obiettivo di riformare la disciplina religiosa, in particolare sopprimendo i conventi che ospitavano meno di sei monaci o che non avevano una funzione sufficientemente giustificante. Questa iniziativa rientrava in una più ampia politica del Papa per riorganizzare il clero regolare.
- Conflitto Giurisdizionale: La negazione dell'exequatur da parte del Viceré Oñate si inseriva in un più ampio scontro giurisdizionale tra la Corona spagnola e la Santa Sede. Dopo i disordini causati dalla rivolta di Masaniello, la Spagna cercava di riaffermare il proprio controllo su tutti gli aspetti della vita del Regno, inclusi quelli che tradizionalmente ricadevano sotto la giurisdizione ecclesiastica. Il rifiuto dell'exequatur era un modo per Oñate di limitare l'ingerenza papale negli affari interni del Regno.
- Ruolo del Cardinale Filomarino: Il cardinale Ascanio Filomarino, arcivescovo di Napoli, si trovò spesso in contrasto con Oñate su queste questioni di giurisdizione. Mentre Oñate cercava di affermare l'autorità laica, Filomarino, pur collaborando in alcuni aspetti della restaurazione monarchica, difendeva le prerogative ecclesiastiche. La resistenza a dare l'exequatur alla bolla sulla riforma dei conventi fu uno dei terreni espliciti di rottura tra il Viceré e il Cardinale.
In sintesi, la questione dell'exequatur alla bolla di Innocenzo X sulla soppressione dei conventi a Napoli fu un episodio cruciale della complessa relazione tra il potere civile spagnolo e l'autorità pontificia nel Regno, in un periodo di delicata restaurazione dopo la rivolta di Masaniello. Il rifiuto di Oñate di concedere l'exequatur rifletteva la sua politica di riaffermazione del controllo spagnolo e la tensione costante sui limiti della giurisdizione ecclesiastica.
Le caratteristiche principali del suo governo furono:
- Repressione delle rivolte: Affrontò con fermezza le ribellioni popolari, come quella guidata da Gennaro Annese, punendo severamente i ribelli e ristabilendo l'ordine nel regno.
- Gestione politica: Cercò di limitare l'autorità dei nobili e di rafforzare il controllo spagnolo sul Regno di Napoli, introducendo misure economiche e amministrative.
- Opere pubbliche: Promosse il miglioramento urbano di Napoli, con la costruzione di fontane, l'ampliamento di piazze e strade, e il miglioramento del molo.
- Impresa militare: Supervisionò la riconquista di Portolongone, una fortezza strategica sull'isola d'Elba occupata dai francesi.
- Relazioni diplomatiche: Ebbe tensioni con il papato, soprattutto con papa Innocenzo X, e si oppose alle ambizioni francesi sul Regno di Napoli.
Il suo governo fu segnato da rigore e ambizione politica, ma anche da critiche per il suo atteggiamento autoritario e per le tensioni che alimentò con vari settori della società napoletana.
I conflitti tra nobili e popolari nel Regno di Napoli durante il governo del conte d'Onatte includono:
- Rivolte popolari e repressione: I popolari, guidati da figure come Gennaro Annese, si ribellarono contro la nobiltà e il governo spagnolo, accusandoli di oppressione e di aver imposto tasse insostenibili. Queste rivolte furono duramente represse con esecuzioni pubbliche e arresti.
- Tensioni per il controllo del potere e delle risorse: La nobiltà cercava di mantenere privilegi e controllo su risorse economiche, mentre i popolari aspiravano a maggiore libertà e giustizia sociale. Episodi come lo scontro tra il Vulturale e i nobili per la gestione dei molini evidenziano queste tensioni.
- Gestione delle gabelle: La reintroduzione parziale delle gabelle fu motivo di scontro, con i popolari contrari e la nobiltà favorevole per recuperare perdite economiche.
- Conflitti personali e vendette: Si verificarono episodi di vendetta tra nobili e popolari, come l'arresto e l'esecuzione di leader popolari e le tensioni tra il duca di Maddaloni e i popolari.
- Accuse di tradimento e manipolazioni politiche: I popolari accusavano la nobiltà di tradimento verso il regno, mentre i nobili consideravano i popolari destabilizzatori. Inoltre, i nobili manipolavano decisioni politiche e giudiziarie a loro favore.
- Ruolo del cardinale Filomarino: Il cardinale fu percepito come sostenitore dei popolari, causando ulteriori tensioni con la nobiltà e il governo spagnolo.
In sintesi, il periodo fu caratterizzato da un clima di forte tensione sociale e politica, con la nobiltà che cercava di preservare il proprio dominio e i popolari che lottavano contro le ingiustizie.
Le tensioni sociali e i conflitti tra nobili e popolari nel Regno di Napoli sono state scatenate da una combinazione di eventi economici, politici e sociali:
- Aumento delle tasse e delle gabelle: L'imposizione di tasse elevate, come quelle sul grano e sul vino, ha gravato sulla popolazione impoverita, generando proteste e scontri tra popolari e nobili.
- Carestia e penuria di grano: La scarsità di grano e l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità hanno causato fame e disperazione tra le classi più basse.
- Rivolte popolari: Ribellioni come quella di Masaniello (1647) e quella guidata da Gennaro Annese sono state una risposta diretta alle condizioni di vita insostenibili e alle ingiustizie sociali.
- Conflitti tra nobili e popolari: La nobiltà cercava di mantenere i propri privilegi, mentre i popolari aspiravano a maggiore giustizia sociale, alimentando tensioni e scontri.
- Influenza esterna e guerra: L'intervento francese e le incursioni militari hanno destabilizzato il regno, con il tentativo di instaurare una repubblica da parte del duca di Guisa.
- Repressione delle rivolte: Arresti, esecuzioni pubbliche e misure autoritarie del governo, come quelle del conte d'Onatte, hanno alimentato il risentimento popolare.
- Malcontento per la gestione del governo: La gestione inefficace dell'annona e l'atteggiamento autoritario del conte d'Onatte hanno suscitato critiche e opposizioni.
- Rivalità per il controllo politico: I nobili si opponevano alle misure del viceré che limitavano il loro potere, mentre i popolari si sentivano oppressi sia dalla nobiltà che dal governo.
- Disuguaglianze economiche: La reintroduzione delle gabelle gravava sui popolari, mentre i nobili cercavano di mantenere privilegi fiscali e monopolizzare risorse come il commercio del grano.
- Protezione dei banditi: Alcuni nobili proteggevano i banditi per mantenere il controllo sulle campagne, causando malcontento tra i popolari vittime delle razzie.
- Tensioni durante le rivolte: I nobili sostenevano il viceré contro i popolari, ma cercavano anche ricompense per il loro supporto, mentre la plebe percepiva la nobiltà come oppressiva.
- Conflitti simbolici e culturali: Le feste e celebrazioni evidenziavano la disparità tra le classi, e la nobiltà cercava di escludere i popolari da posizioni di potere.
- Interventi del viceré: Le punizioni e i sequestri imposti ai baroni indebolivano la nobiltà, mentre alcune misure a favore dei popolari irritavano i nobili.
- Gestione degli affitti dei molini: La disputa tra il Cimminello e l'Eletto del popolo Giuseppe Vulturale ha evidenziato tensioni economiche e politiche.
- Punizioni esemplari: Le esecuzioni pubbliche di popolari e nobili coinvolti in sedizioni o congiure alimentavano il malcontento.
- Rivolte e repressioni: Le rivolte popolari e la repressione violenta accentuavano il divario tra le classi.
Questi eventi hanno creato un clima di instabilità e tensione, favorendo rivolte e conflitti sociali.
In sintesi, le politiche del viceré e le tensioni economiche, politiche e sociali hanno reso difficile la coesione tra nobili e popolari.
Il viceré, il conte d'Onatte, gestisce i conflitti tra nobili e popolari con un approccio autoritario e strategico, alternando repressione e concessioni per mantenere l'ordine e la stabilità nel Regno di Napoli.
Le principali azioni intraprese includono:
- Repressione delle rivolte popolari: Arresti, esecuzioni pubbliche e misure severe per ristabilire l'autorità del governo, come nel caso della ribellione guidata da Gennaro Annese.
- Limitazione del potere dei nobili: Riduzione dell'influenza della nobiltà attraverso multe, sequestri e regole più rigide per punire gli abusi e richiamare i baroni che proteggevano banditi o si opponevano al governo, come il duca di Maddaloni e il marchese del Vasto, all'obbedienza.
- Punizioni severe: Condanne a morte o al carcere per nobili e popolari coinvolti in congiure o atti di sedizione, dimostrando che nessuno era immune alla legge.
- Gestione dell'annona: Stabilizzazione del prezzo del grano, aumento della disponibilità di pane e regolazione delle gabelle, anche tramite importazioni dall'estero.
- Concessioni ai popolari: Reintroduzione parziale delle gabelle e miglioramento dell'annona per alleviare la penuria di grano e il caro vita, cercando di guadagnarsi la fiducia della popolazione.
- Punizioni esemplari: Condanne sia per nobili che popolari che si oppongono al governo o fomentano disordini, dimostrando che nessuno è al di sopra della legge.
- Opere pubbliche e propaganda: Promozione di progetti di ampliamento urbano e costruzione di infrastrutture come la costruzione di fontane, l'ampliamento di piazze e il disegno per l'ampliamento del molo di Napoli, per migliorare la città e ottenere il favore della popolazione.
- Uso della forza militare: Rafforzamento della presenza militare nelle aree critiche per prevenire nuovi conflitti e mantenere l'ordine.
- Mediazione nei conflitti: Interventi diretti per risolvere dispute tra nobili e popolari, come nella gestione degli affitti dei molini e delle accuse di sedizione.
- Riorganizzazione militare: Rafforzamento della presenza militare nelle aree critiche e invio di truppe per sedare rivolte nelle province.
- Gestione delle congiure: Istituzione di una giunta speciale per indagare e punire i responsabili di complotti contro il governo.
- Concessioni economiche: Reintroduzione parziale delle gabelle per garantire entrate fiscali e soddisfare gli interessi dei creditori.
- Propaganda e celebrazioni: Organizzazione di feste e cavalcate per rafforzare il prestigio del governo e celebrare le vittorie spagnole.
- Gestione delle carceri: Visite personali alle carceri per dimostrare il controllo diretto del sistema giudiziario e garantire l'applicazione della giustizia.
In sintesi, il viceré adotta un mix di rigore, controllo economico e interventi diretti per gestire i conflitti, bilanciando tensioni e cercando di mantenere la stabilità nel regno. Queste misure riflettono un approccio autoritario e strategico, mirato a consolidare il potere del governo e a bilanciare le tensioni tra le diverse classi sociali.
Le condizioni di vita del popolo napoletano prima delle misure adottate dal viceré erano estremamente difficili e caratterizzate da:
- Povertà diffusa: La maggior parte della popolazione viveva in miseria, con difficoltà a procurarsi cibo e beni di prima necessità.
- Carestia e penuria di cibo: La mancanza di grano e altri alimenti essenziali causava crisi alimentari, con prezzi elevati e scarsità di pane.
- Malnutrizione: Il popolo era costretto a consumare cibi di scarsa qualità, causando problemi di salute.
- Malattie e scarsa igiene: La diffusione di febbri contagiose era aggravata dalle cattive condizioni igieniche e dalla mancanza di infrastrutture sanitarie.
- Disordini sociali: Le rivolte e i tumulti destabilizzavano la società, con frequenti episodi di violenza e insicurezza.
- Oppressione fiscale: Le gabelle e le tasse gravavano pesantemente sul popolo, alimentando il malcontento.
- Abusi militari: Soldati spagnoli e altri gruppi armati commettevano violenze e soprusi contro i cittadini.
- Disoccupazione e precarietà: Molti mestieri erano stati interrotti a causa delle rivolte e della guerra, lasciando il popolo senza lavoro.
- Disuguaglianze sociali: La nobiltà godeva di privilegi, mentre il popolo era oppresso e privo di rappresentanza.
- Sfruttamento: I contadini e i lavoratori erano spesso vittime di sfruttamento da parte dei proprietari terrieri e delle autorità.
- Insalubrità urbana: La mancanza di infrastrutture adeguate, come fontane e lavatoi, peggiorava le condizioni igieniche.
- Instabilità politica: Le tensioni tra il governo vicereale e il popolo alimentavano un clima di insicurezza e sfiducia.
In sintesi, il popolo viveva in una condizione di grave sofferenza economica, sociale e politica, aggravata da carestie, malattie, violenze e oppressione fiscale.
Le principali fonti di reddito per il popolo erano:
- Agricoltura: Coltivazione di grano, frutta, verdura, ortaggi e vite, spesso in condizioni di sfruttamento.
- Pesca: Fonte di sostentamento e commercio per le comunità costiere.
- Artigianato: Produzione di beni come tessuti, calzature, utensili, ceramiche e lavorazione del legno.
- Commercio: Vendita di beni alimentari, stoffe e altri prodotti nei mercati locali.
- Manifattura: Lavorazione della seta, produzione di guanti e altri beni artigianali.
- Servizi: Impieghi come servitori, stallieri, cuochi e lavoratori domestici presso famiglie nobili o benestanti.
- Trasporti: Trasporto di merci e persone con carri o barche.
- Edilizia: Costruzione e manutenzione di edifici, strade e infrastrutture pubbliche.
- Vendita ambulante: Vendita di cibo, bevande e piccoli oggetti per strada.
- Lavori marittimi: Impieghi su navi mercantili o militari.
- Lavoro nei conservatori e ospedali: Impieghi in istituzioni religiose o assistenziali.
- Attività illegali: Contrabbando, furti e attività banditesche in periodi di crisi.
Queste attività erano spesso precarie e influenzate dalle condizioni economiche e sociali del periodo.
La situazione economica del popolo napoletano si è evoluta gradualmente grazie alle misure per migliorare l'economia del regno di Napoli e alleviare le difficoltà del popolo, adottate dal viceré.
Le principali trasformazioni includono:
- Riduzione delle tasse: Furono ridotte alcune gabelle, come quella sui frutti, alleviando il peso fiscale sul popolo.
- Importazione di grano: Per contrastare la carestia, furono importati grani da paesi esteri, garantendo la disponibilità di cibo a prezzi accessibili.
- Stabilizzazione dei prezzi: Il controllo sui prezzi dei beni essenziali contribuì a ridurre le speculazioni e a rendere il cibo più accessibile.
- Creazione di posti di lavoro: La costruzione di infrastrutture, come fontane e lavatoi pubblici, generò opportunità di lavoro e migliorò le condizioni igieniche.
- Sostegno ai poveri: Furono istituiti conservatori per accogliere orfani e giovani donne in difficoltà, offrendo loro protezione e opportunità di formazione.
- Promozione e ripresa del commercio e delle attività produttive: Ha incentivato il commercio locale e internazionale, favorendo la ripresa delle attività produttive e mercantili. La stabilità politica e sociale favorì la ripresa delle attività commerciali e artigianali.
- Controllo delle frodi e degli abusi: Furono puniti fornai e commercianti disonesti, e repressi i soprusi dei soldati spagnoli, garantendo maggiore equità e sicurezza.
- Gestione delle risorse e distribuzione di beni essenziali: Il viceré garantì la distribuzione di grano e farina di qualità per contrastare la penuria alimentare.
- Repressione dei banditi e controllo delle rivolte: La purgazione dei banditi e la repressione dei tumulti favorirono un clima di maggiore sicurezza, essenziale per la crescita economica.
- Investimenti in infrastrutture e difese: Ha migliorato il porto di Napoli per favorire il commercio marittimo e rafforzato le difese del regno per proteggere le rotte commerciali.
Queste iniziative hanno contribuito a stabilizzare l'economia, migliorare le condizioni di vita del popolo e garantire una maggiore stabilità nel regno.
In sintesi, le misure adottate dal viceré portarono a una graduale ripresa economica, migliorando l'accesso ai beni di prima necessità, riducendo le tasse e creando opportunità di lavoro, pur mantenendo un controllo rigoroso per garantire stabilità.
Furono anche adottate diverse misure per il popolo durante il suo governo che miravano a ristabilire l'ordine e migliorare le condizioni di vita.
Le principali azioni includono:
- Generale indulto: Concesse un indulto per i crimini commessi durante le rivolte, favorendo la riconciliazione.
- Riforme amministrative: Ripristinò tribunali e giustizia per riportare stabilità nel regno.
- Prove di clemenza: Concesse grazie e privilegi a chi si era pentito o aveva collaborato.
- Provedimenti economici: Garantì la distribuzione di grano e beni di prima necessità, importando grano da paesi esteri e stabilendo prezzi accessibili.
- Riduzione delle gabelle: Ridusse alcune tasse, come la gabella dei frutti, per alleviare il peso fiscale.
- Purgazione delle feccia sociale: Eliminò banditi e vagabondi per garantire sicurezza e stabilità.
- Riorganizzazione militare: Rafforzò le difese della città e del regno.
- Punizioni per i disordini: Giustiziò i responsabili di tumulti e congiure per mantenere l'ordine pubblico.
- Protezione contro gli abusi: Punì soldati spagnoli che avevano commesso violenze contro il popolo.
- Interventi urbanistici: Costruì fontane e lavatoi pubblici per migliorare le condizioni igieniche.
- Sostegno ai poveri e agli orfani: Creò conservatori per accogliere orfani e giovani donne in difficoltà.
- Interventi simbolici: Organizzò celebrazioni e festeggiamenti per eventi religiosi e politici, rafforzando il senso di comunità e appartenenza.
- Gestione delle rivolte: Cercò di conciliare le esigenze del popolo con quelle della nobiltà.
In sintesi, il viceré bilanciò misure repressive e concilianti per mantenere l'ordine e migliorare le condizioni del popolo, consolidando la sua autorità.
Le misure adottate dal conte d'Onatte hanno avuto conseguenze sia positive che negative nel Regno di Napoli.
Conseguenze positive
- Ripristino dell'ordine: La repressione delle rivolte e delle congiure ha garantito una maggiore stabilità politica e sociale.
- Controllo delle risorse: La regolazione del prezzo del grano e l'importazione di risorse hanno alleviato la penuria di cibo e migliorato le condizioni economiche della popolazione.
- Opere pubbliche: La costruzione di fontane, piazze e infrastrutture ha migliorato l'aspetto urbano e la funzionalità della città di Napoli.
- Rafforzamento dell'autorità: L'autorità del viceré è stata consolidata, dimostrando la capacità di gestire un regno in crisi.
- Riduzione della criminalità: La repressione dei banditi e la punizione dei protettori nobili hanno ridotto l'insicurezza nelle campagne.
- Celebrazione del potere spagnolo: Le feste e le cavalcate hanno rafforzato il legame tra il popolo e la corona spagnola.
Conseguenze negative
- Malcontento sociale: Le esecuzioni pubbliche e le punizioni severe hanno generato paura e risentimento tra la popolazione e i nobili.
- Tensioni con la nobiltà: La riduzione del potere dei baroni ha causato conflitti con alcune famiglie influenti, come il duca di Maddaloni e il marchese del Vasto.
- Perdita di fiducia: Alcuni settori della popolazione hanno percepito il governo come oppressivo e vendicativo.
- Difficoltà economiche: Nonostante le misure sull'annona, la reintroduzione delle gabelle ha gravato su alcune fasce della popolazione.
- Eccessiva centralizzazione: L'accentramento del potere nelle mani del viceré ha limitato l'autonomia delle istituzioni locali e dei nobili.
- Conflitti religiosi: Le tensioni con il cardinale Filomarino hanno indebolito i rapporti tra il governo e la Chiesa.
- Fallimento di alcune iniziative: Progetti ambiziosi, come l'ampliamento del molo, sono rimasti incompiuti.
In sintesi, le misure del viceré hanno garantito la stabilità del regno e migliorato alcuni aspetti economici e urbani, ma hanno anche alimentato tensioni sociali e politiche, lasciando un'eredità controversa.
La situazione politica nel Regno di Napoli si sviluppa in un contesto di forte instabilità sociale, tensioni interne e influenze esterne.
- Rivolte popolari e repressione: Le rivolte, come quella guidata da Gennaro Annese, nascono dal malcontento verso le tasse elevate, la povertà e l'oppressione del governo spagnolo. Il conte d'Onatte reprime duramente queste ribellioni con arresti, esecuzioni pubbliche e misure severe per ristabilire l'ordine.
- Tensioni tra nobili e popolari: La nobiltà cerca di mantenere i propri privilegi, mentre i popolari aspirano a maggiore giustizia sociale. Il conte d'Onatte cerca di limitare l'autorità dei nobili, alimentando ulteriori tensioni.
- Gestione economica e delle gabelle: La reintroduzione parziale delle gabelle causa scontri tra popolari e nobili. La penuria di grano e il caro vita aggravano la situazione sociale.
- Influenza spagnola e conflitti internazionali: Il governo spagnolo rafforza il controllo sul regno, utilizzandolo come base strategica per operazioni militari. Il conte d'Onatte supervisiona la riconquista di Portolongone sull'isola d'Elba, un successo contro l'armata francese che cercava di destabilizzare il dominio spagnolo.
- Relazioni con il papato: Tensioni con papa Innocenzo X e il cardinale Filomarino, che si oppone al governo spagnolo, alimentano ulteriori contrasti.
- Opere pubbliche e riforme: Nonostante le difficoltà, il governo spagnolo promuove opere pubbliche, come l'ampliamento del molo di Napoli e la costruzione di fontane e strade.
In sintesi, il Regno di Napoli è caratterizzato da conflitti interni, tensioni sociali e influenze esterne, con il governo spagnolo che cerca di mantenere il controllo attraverso repressione, riforme e operazioni militari.
Il ruolo del cardinale Ascanio Filomarino viene descritto come centrale e controverso nel contesto del Regno di Napoli.
Era un difensore della Chiesa e delle prerogative ecclesiastiche, opponendosi alle ingerenze del governo vicereale e alle misure rigide del viceré, il conte d'Onatte.
Le tensioni con il viceré erano marcate da conflitti personali e accuse reciproche, con il viceré che lo considerava un avversario politico e religioso, arrivando a definirlo con epiteti negativi come "Nerone" e "ateista".
Durante le rivolte popolari, Filomarino cercava di mantenere un equilibrio tra il popolo e il governo, ma la sua posizione era spesso ambigua, alimentando sospetti di favoritismo verso i popolari. Fu accusato di aver legittimato indirettamente le rivolte benedicendo figure centrali come il duca di Ghisa e Gennaro Annese. Nonostante le pressioni politiche per la sua rimozione, il cardinale mantenne la sua posizione grazie alla protezione del papa e alla sua influenza politica, che includeva lettere alla corte spagnola per criticare il viceré.
Filomarino emerge come una figura divisiva: da un lato, era visto come un difensore del popolo e della Chiesa; dall'altro, accusato di utilizzare la sua posizione per fini politici. La sua personalità coraggiosa e determinata, ma anche irascibile, lo rese un protagonista chiave nelle dinamiche politiche e religiose del Regno di Napoli.
Durante il governo vicereale del conte d'Onatte, il cardinale Ascanio Filomarino ha intrapreso diverse azioni significative:
- Benedizione a figure delle rivolte popolari: Filomarino benedisse pubblicamente il duca di Ghisa e Gennaro Annese, alimentando sospetti di favoritismo verso i popolari e di legittimazione delle rivolte.
- Interdizione della chiesa dell'Annunziata: Fece chiudere la chiesa dell'Annunziata con un interdetto durante una festività, impedendo al viceré di partecipare alla cappella, gesto percepito come un affronto diretto alla corona spagnola.
- Difesa delle prerogative ecclesiastiche: Si oppose fermamente alle ingerenze del governo vicereale nelle questioni ecclesiastiche, sostenendo l'autonomia della Chiesa e la dignità della porpora cardinalizia.
- Resistenza alle pressioni politiche: Nonostante le richieste di rimozione da parte del viceré e del cardinale Trivulzio, Filomarino mantenne il suo ruolo grazie alla protezione del papa e alla sua influenza politica.
- Preparazione per un possibile interdetto alla città: In risposta alle provocazioni del viceré, si preparò a interdire l'intera città di Napoli, mostrando la sua determinazione a difendere la Chiesa.
- Gestione delle relazioni con Roma: Mantenne stretti rapporti con la corte papale, utilizzando la sua influenza per contrastare le azioni del viceré e proteggere la sua posizione.
- Critiche al viceré: Scrisse lettere alla corte spagnola per denunciare il comportamento del viceré, accusandolo di mancanza di rispetto verso la Chiesa e il popolo napoletano.
- Mediazione durante le rivolte: Cercò di mantenere un equilibrio tra il popolo e il governo, ma la sua posizione ambigua lo rese una figura divisiva.
- Sostegno alla Chiesa locale: Si impegnò nel rafforzare la presenza della Chiesa nel regno, opponendosi alle politiche dannose per la comunità ecclesiastica.
In sintesi, Filomarino si distinse per la sua fermezza nel difendere la Chiesa e il popolo, ma le sue azioni lo resero una figura controversa, spesso in conflitto con il governo vicereale e la nobiltà.
Il cardinale Ascanio Filomarino ha avuto un'influenza significativa sulla politica napoletana durante il governo vicereale del conte d'Onatte, agendo come una figura centrale e controversa.
I principali modi in cui ha influenzato la politica del Regno di Napoli includono:
- Difesa delle prerogative ecclesiastiche: Si oppose fermamente alle ingerenze del governo vicereale nelle questioni ecclesiastiche, rafforzando l'autonomia della Chiesa e proteggendo i suoi privilegi.
- Ruolo nelle rivolte popolari: La sua benedizione pubblica a figure centrali delle rivolte, come il duca di Ghisa e Gennaro Annese, contribuì a legittimare indirettamente le rivolte e a rafforzare il ruolo del popolo nella politica napoletana.
- Conflitto con il viceré: Fu un avversario diretto del conte d'Onatte, criticandolo apertamente e denunciando le sue politiche, alimentando tensioni politiche e destabilizzando il governo vicereale.
- Interventi simbolici: Azioni come l'interdizione della chiesa dell'Annunziata durante una festività dimostrarono la sua capacità di sfidare il potere vicereale e influenzare l'opinione pubblica.
- Protezione papale: Grazie ai suoi stretti rapporti con Roma e alla protezione del papa, riuscì a mantenere la sua posizione nonostante le pressioni politiche per la sua rimozione.
- Mediazione politica: Cercò di mantenere un equilibrio tra il popolo e il governo, assumendo un ruolo di mediatore, anche se la sua ambiguità lo rese una figura divisiva.
- Influenza sulla nobiltà e sul clero: Esercitò una forte influenza sulla nobiltà e sul clero napoletano, consolidando il potere della Chiesa e opponendosi alle politiche del viceré.
In sintesi, Filomarino ha influenzato la politica napoletana opponendosi al governo vicereale, sostenendo il popolo e la Chiesa, e utilizzando la sua posizione per rafforzare l'autonomia ecclesiastica, contribuendo a plasmare le dinamiche politiche del regno.
Il popolo napoletano ha reagito in modo ambivalente alle azioni del cardinale Ascanio Filomarino durante il governo vicereale.
Le principali reazioni includono:
- Sostegno durante le rivolte: Filomarino fu percepito come un difensore del popolo, soprattutto per la sua benedizione pubblica a figure centrali delle rivolte, come il duca di Ghisa e Gennaro Annese, rafforzando la sua immagine di alleato delle istanze popolari.
- Apprezzamento per la difesa della Chiesa: La sua opposizione alle ingerenze del governo vicereale nelle questioni ecclesiastiche fu apprezzata da molti, che vedevano nella Chiesa un baluardo contro l'oppressione.
- Legittimazione delle rivolte: Le sue azioni furono interpretate come un sostegno morale alle rivolte, consolidando la fiducia del popolo nella sua figura.
- Critiche per l'ambiguità: La sua posizione ambigua, oscillante tra il sostegno al popolo e la mediazione con il governo, generò critiche da parte di chi lo considerava troppo vicino ai ribelli o troppo distante dalle necessità popolari.
- Tensioni con i nobili e il viceré: Il suo conflitto con il governo vicereale e la sua influenza politica lo resero una figura divisiva, alimentando tensioni sia tra i ceti alti che tra il popolo.
- Percezione di protezione papale: Il sostegno del papa rafforzò la sua immagine di figura potente e intoccabile, ma lo rese meno accessibile per alcune fasce della popolazione.
- Influenza sulle masse: Filomarino rimase una figura centrale nella politica napoletana, simbolo di resistenza e protezione, anche se con sentimenti contrastanti.
In sintesi, il popolo reagì con un misto di sostegno e critica, riconoscendolo come una figura influente e controversa, capace di rappresentare sia le istanze popolari che gli interessi della Chiesa.
In conclusione grazie questo documento si può sottolineare l'importanza storica e politica degli eventi narrati, che mettono in luce le complesse dinamiche di potere, le tensioni sociali e le strategie militari del periodo.
È possibile evidenziare il ruolo centrale delle figure chiave, come il conte d'Onatte, nel ristabilire l'ordine nel Regno di Napoli, affrontando con determinazione congiure interne e minacce esterne.
Inoltre, si può enfatizzare il valore delle testimonianze raccolte, che offrono una prospettiva dettagliata sulle difficoltà di governo, le relazioni diplomatiche e le ambizioni personali dei protagonisti.
Infine possiamo ribadire l'utilità di questo documento come fonte per comprendere meglio le relazioni internazionali e le tensioni interne dell'epoca, contribuendo alla costruzione della memoria storica.