Chiunque altra poesia non conosce che quella de’ libri stampati, chiunque non venera il popolo come poeta e ispirator dei poeti, non ponga costui l’occhio su questa raccolta, che non è fatta per lui. La condanni, la schernisca e l’avremo a gran lode.
Nicolò Tommaseo
Canti pop. toscani, ecc…, pagina 5.
La prima edizione fu pubblicata a Napoli nel 1880 presso la
“Tipografia di Gabriele Argenio”

La seconda Edizione è del 1916 e fu pubblicata a Napoli dalla
“Libreria Antiquaria Luigi Lubrano”

Nel 1916 la “Libreria antiquaria Luigi Lubrano” allocata a Napoli in via Costantinopoli 103 nei locali dell’ex Librario Perrone - suicidatosi, pubblica, presso la tipografia “Francesco Lubrano”, fratello di Luigi e sita a Napoli in via San Pietro a Maiella 31, la seconda edizione[1] di una raccolta di canti popolari napoletani curata da Luigi Molinaro Del Chiaro: come scriverò anche più avanti si tratta di un'opera preziosa per la conservazione della tradizione popolare napoletana e italiana.
L'opera si propone di preservare e valorizzare la poesia popolare napoletana, considerata un'espressione autentica della cultura e dei sentimenti del popolo.
Molinaro ha raccolto i canti direttamente dalla viva voce della gente, dedicando anni di studio e ricerca per documentare tradizioni, usi e costumi locali.
Un lavoro di non poco conto quello affrontato da Molinaro nella raccolta dei canti:
- Disagi e fatiche: Molinaro ha dovuto raccogliere i canti direttamente dalla viva voce del popolo, spesso fermandosi presso artigiani, anziani e battellieri, seguendoli nei loro luoghi di lavoro e vita quotidiana.
- Tempo e spazio limitati: Non ha potuto corredare i canti con tutte le note storiche e dichiarative che avrebbe voluto, affidandosi all'intelligenza del lettore per ulteriori approfondimenti.
- Scarsa considerazione della poesia popolare: In passato, la poesia popolare era poco valorizzata e spesso trascurata, rendendo difficile il recupero di materiale autentico.
- Mancanza di mezzi: Molinaro ha lavorato con risorse limitate, senza un adeguato supporto finanziario, rischiando di non completare la pubblicazione.
- Evoluzione culturale: La perenne evoluzione della società e delle tradizioni minacciava di far perdere definitivamente molti canti popolari.
Nonostante queste difficoltà, Molinaro ha dedicato le sue migliori energie alla raccolta, salvando un patrimonio culturale che altrimenti sarebbe andato perduto.
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[1] La prima edizione è del 1880 pubblicata a Napoli presso la tipografia di Gabriele Argenio. Il titolo della prima edizione è “Canti del popolo napoletano – Raccolti e annotati” modificato, per la seconda edizione di 36 anni dopo in “Canti popolari raccolti in Napoli con varianti e confronti nei varii dialetti”. La prima edizione è dedicata al dott. Giuseppe Pitrè mentre la seconda al senatore Benedetto Croce.
La raccolta è suddivisa in diverse sezioni tematiche, tra cui ninne-nanne, giochi fanciulleschi, indovinelli, canti d'amore, canti storico-politici, mottetti, leggende sacre, stornelli e melodie.
Molinaro ha anche incluso varianti e confronti con canti di altri dialetti italiani, arricchendo l'opera con note filologiche e storiche.
L'autore sottolinea l'importanza di questi studi per comprendere la psicologia e la cultura del popolo.
Il documento contiene inoltre recensioni e giudizi di studiosi e critici dell'epoca, che elogiano il lavoro di Molinaro per la sua accuratezza e il contributo agli studi di folklore e letteratura comparata.
Nonostante alcune critiche riguardo alla grafia dialettale e alle note, l'opera è considerata un'importante testimonianza della tradizione poetica napoletana.
Al riconosciuto valore della raccolta vengono comunque sottolineate una serie di annotazioni negative:
- Errori e sbadataggini: Alcuni canti sono riportati due volte con poche differenze, senza essere indicati come varianti (es. canto XV e X).
- Illustrazioni insufficienti: Molinaro non ha sempre fornito spiegazioni adeguate su luoghi e termini dialettali (es. Largo della Carità, Monte Peluso).
- Confronti limitati: La raccolta avrebbe potuto includere più varianti e confronti con canti di altre regioni.
- Note superflue: Alcune spiegazioni sono considerate inutili o troppo generiche (es. bieni per vieni).
- Ordinamento alfabetico: Sebbene utile per la consultazione, non favorisce un'analisi tematica o cronologica dei canti.
Nonostante queste critiche, la raccolta è considerata, senza ombra di dubbi, un'opera preziosa per la conservazione della tradizione popolare napoletana e italiana.
L'autore esprime il desiderio che il suo lavoro possa essere un punto di partenza per ulteriori studi e approfondimenti sulla poesia popolare.
Nel documento vengono menzionate due figure femminili delle quali compaiono le immagini:


1. Signorina Emmanuela Molinaro: Nata a Napoli il 6 giugno 1799 e deceduta il 4 gennaio 1892. Da lei l'autore ha raccolto gran parte dei canti della prima edizione.
2. Signora Maria Michela Forcinelli: Nata a Napoli il 29 settembre 1846. L'autore ha raccolto da lei un numero infinito di canti popolari per la seconda edizione. Viene descritta come una fonte inesauribile di canti antichi, con una memoria straordinaria.
Entrambe sono citate con grande riconoscenza per il loro contributo alla raccolta dei canti popolari napoletani.
Nel documento vengono citati alcuni canti popolari napoletani di grande rilevanza, tra cui:
- Lo Cardillo
- Lo Passariello
- Lo Guarracino
- Masto Rafele
- Ciceuzza
- Fenesta ca luciv' e mo' nu luce
- Fenesta vascia
- Si tu, nenna, m'amave 'n at' anno
Questi canti, spesso tramandati oralmente, sono considerati patrimonio culturale del popolo napoletano e riflettono la sua creatività, sensibilità e tradizioni.
La poesia popolare è descritta come un'espressione autentica dei sentimenti, delle tradizioni e della cultura di un popolo. In Italia, essa ha un ruolo fondamentale per:
- Preservare la memoria storica e culturale: I canti popolari raccontano eventi storici, tradizioni locali e valori comunitari, contribuendo a mantenere viva l'identità culturale.
- Esplorare la psicologia e la sociologia del popolo: Questi canti offrono una finestra sulle emozioni, le credenze e le esperienze quotidiane delle persone comuni.
- Arricchire la lingua e la letteratura: La poesia popolare fornisce vocaboli espressivi e modi di dire che spesso superano la lingua comune in efficacia e bellezza.
- Unire le regioni italiane: Confronti tra canti di diversi dialetti mostrano somiglianze e influenze reciproche, evidenziando un'origine culturale condivisa.
La poesia popolare è considerata una "miniera inesauribile" per gli studi di folklore, linguistica e letteratura comparata, e il lavoro di raccolta e analisi di questi canti è essenziale per evitare che vadano perduti.
Il documento evidenzia che molti canti popolari napoletani hanno varianti che si differenziano per il dialetto locale, la struttura e le sfumature.
Alcuni esempi di varianti citate includono:
- "Fenesta ca luciv' e mo' nu luce": Molinaro ha raccolto diverse versioni di questo canto, inclusi adattamenti in altri dialetti italiani.
- Canti d'amore: Varianti come "Sabbatosanto 'e Pascarosata" e "Me jette a confessà'" sono riportate con differenze regionali.
- Giochi fanciulleschi: Alcuni giochi, come "Pise' e pisello," hanno varianti in dialetti siciliano e romano.
Molinaro ha cercato di documentare queste varianti per mostrare la ricchezza e la diversità della tradizione orale, confrontandole con canti di altre regioni italiane.
Luigi Molinaro Del Chiaro ha adottato un approccio diretto e sistematico per raccogliere i canti popolari:
- Raccolta dalla viva voce del popolo: Molinaro ha ascoltato artigiani, vecchierelle, battellieri e altri membri della comunità, trascrivendo i canti direttamente da loro.
- Ricerca sul campo: Ha frequentato luoghi popolari come botteghe, strade e villaggi, seguendo le persone per cogliere le loro cantilene spontanee.
- Interviste: Ha chiesto informazioni sull'origine dei canti e sulle tradizioni legate ad essi, spesso scoprendo che il "Cupido" era considerato l'autore simbolico di molte canzoni.
- Documentazione delle varianti: Ha registrato le differenze nei canti tra città e campagne, tra quartieri di Napoli e altre regioni italiane.
- Ordine alfabetico: I canti sono stati organizzati alfabeticamente per facilitarne la consultazione.
Molinaro ha lavorato con grande passione e dedizione, superando difficoltà pratiche e culturali per preservare un patrimonio che altrimenti sarebbe andato perduto.
Ecco i punti principali della raccolta:
1️⃣ Metodo di raccolta:
Molinaro ha raccolto i canti direttamente dalla viva voce del popolo (artigiani, anziani, battellieri), trascrivendoli fedelmente e interrogando sulla loro origine e diffusione.
2️⃣ Organizzazione dei canti:
- Ninne-nanne
- Scioglilingua
- Giochi fanciulleschi
- Indovinelli
- Canti fanciulleschi
- Canti d'amore, di sdegno, di lontananza, ecc.
- Mottetti
- Canti storico-politici
- Canti sacri e leggende
- Stornelli
- Maldicenze paesane
- Melodie
3️⃣ Differenze tra città e campagne:
- Città: Canti più elaborati, legati a tradizioni urbane e quartieri specifici.
- Campagne: Canti più genuini, legati alla natura e alle feste agricole.
4️⃣ Varianti: Numerose varianti influenzate dai dialetti locali e dalle tradizioni dei diversi paesi.
5️⃣ Obiettivo: Preservare l'autenticità e la ricchezza culturale dei canti popolari napoletani, offrendo un materiale grezzo per ulteriori studi e analisi.
Organizzazione dei canti nella raccolta:
- Ninne-nanne
- Scioglilingua
- Giochi fanciulleschi
- Indovinelli
- Canti fanciulleschi
- Canti d'amore, di sdegno, di lontananza, di gelosia, di partenza, ecc.
- Mottetti
- Canti storico-politici
- Canti sacri e leggende
- Stornelli
- Maldicenze paesane
- Melodie
I canti sono disposti in ordine alfabetico per la lettera iniziale del primo verso, facilitando la ricerca. Inoltre, la raccolta include confronti con canti di altri dialetti italiani e note esplicative su vocaboli, tradizioni e luoghi.
Luigi Molinaro Del Chiaro utilizza un metodo basato sull'ascolto diretto della viva voce del popolo per raccogliere i canti.
Si sofferma presso artigiani, anziani e battellieri, seguendoli nei loro luoghi di lavoro e vita quotidiana, per trascrivere fedelmente le loro espressioni e melodie. Interroga le persone sulla provenienza dei canti e sulla loro diffusione, cercando di preservare l'autenticità del materiale raccolto.
Differenze tra i canti delle città e quelli delle campagne:
- Canti delle città: Spesso influenzati dalla vita urbana, includono riferimenti a luoghi specifici di Napoli e ai suoi quartieri. Possono essere più elaborati e legati a tradizioni cittadine.
- Canti delle campagne: Riflettono la semplicità e la spontaneità della vita rurale, con temi legati alla natura, al lavoro nei campi e alle feste agricole. Hanno una tonalità più genuina e meno influenzata da elementi esterni.
Molinaro distingue chiaramente i canti delle diverse aree, come Posillipo e Vomero, per evidenziare le peculiarità culturali e linguistiche di ciascun contesto.
La raccolta di Molinaro include alcuni canti storici-politici significativi, tra cui:
- Canto su Ferdinando IV di Borbone: Esorta il re a lasciare le distrazioni (donne e caccia) e a occuparsi della dignità e dell'onore, criticando gli illeciti amori della regina Carolina con Acton.
- Verso emblematico: "Mena 'a mazza, si no si re de cuorno."
- Canto su Eleonora Fonseca-Pimentel: Rappresenta la tradizione popolare che insultava la memoria della patriota durante il periodo borbonico.
- Canzonetta sulla Costituzione del 1848: Invoca San Francesco di Paola affinché Ferdinando II firmi la Costituzione e il popolo sia liberato dal giogo del ministro di polizia Del Carretto, definito "mariuolo."
I canti d'amore occupano una parte rilevante della raccolta e sono descritti come:
- Espressione di sentimenti universali: Rappresentano passioni come amore, gelosia, lontananza e sdegno, che sono temi ricorrenti nella tradizione popolare.
- Ricchezza artistica: Molti canti d'amore mostrano una freschezza di pensieri e una potenza di affetti che li rendono autentici e poetici.
- Confronto con altri dialetti: Molinaro ha raccolto varianti di canti d'amore da diverse regioni italiane, evidenziando somiglianze e differenze culturali.
- Critica sociale: Alcuni canti d'amore riflettono anche aspetti meno ossequenti alla morale rigida, mostrando il lato umano e imperfetto del popolo.
Al Capitolo VI – alla Pagina 117 Luigi Molinaro
["i Canti d'amore"] li introduce scrivendo:
Canti di amore, sdegno, di lontananza, di gelosia, di partenza ecc.
CANZUNE ‘E COPP’ ‘O TAMMURRO
“I canti seguenti, suole il popolo, ripeterli con l’accompagnamento del tamburo di Basca e però nel suo linguaggio imaginoso li ha chiamati canzune ‘e copp’ ‘o tammurro; noi, poi, che ne abbiamo guardato, più che altro, l’indole, ci siamo avvisati di denominarli canti d’amore. Ma qui per verità dobbiamo confessare che ambo lo denominazioni, sia la nostra, sia quella del popolo, non ci pare calzino gran fatto. Luna perché non è sempre l’amore quello che li suggerisce, ma sì lo sdegno, il dispetto, la gelosia, e tanti altri desideri ed aspirazioni; l’altra, cioè quella di canzune ‘e copp’ ‘o tammurro, perché non è sempre al suono del tamburo e delle nacchere che le giovinette, a darsi sollazzo, nei giorni di festa e più nel carnevale, li vanno ripetendo, ma soventi volte si ascoltano dalla bocca dei ficaiuoli, cioè coloro che fanno la raccolta dei fichi, e anche dei contadini a sollievo delle fatiche del campo. L’unica differenza sta nella cantilena più o meno monotona in questi ultimi.”




Eccomi ora giunto ai “MOTTETTI”…
I mottetti nella poesia popolare rappresentano brevi componimenti poetici, spesso caratterizzati da un tono scherzoso, morale o sentimentale.
Nella raccolta di Molinaro, i mottetti:
- Esprimono saggezza popolare: Racchiudono insegnamenti, riflessioni o critiche sociali in forma sintetica.
- Riflettono la cultura locale: Sono un mezzo per trasmettere tradizioni e valori attraverso versi semplici e diretti.
- Contribuiscono alla varietà della raccolta: Offrono un'alternativa ai canti più lunghi e narrativi, arricchendo la diversità della poesia popolare.
A proposito dei “MOTTETTI” lascio la parola direttamente a Luigi Molinaro che alla pagina 355 del volume li introduce scrivendo:
"Muttiette, mottetti. Sono brevi pensieri quasi sempre sentenziosi e il più delle volte arguti. Il popolo li suol ripetere alla fine dei suoi canti, quando scorge tra questi e quelli una certa analogia. Nel Fiorentino li appellano: stornelli; a Roma: ritornelli; nel Pistoiese: romanzette; in Sicilia: sciure.
Noi siamo stati lungamente in fra due, se riportarli di seguito al canto al quale si riferiscono, o se raccoglierli tutti di fila, come ci siamo da ultimo riso- luti di fare, non per altra ragione che quella di aver veduto sovente il popolo, colla sua naturale facilità di comprensione, appiccicare uno stesso mottetto ora a questo ed ora a quel canto.
Ci piace infine d'aggiungere, che i mottetti sono di tre specie: alcuni van compresi in due endecasillabi, il primo dei quali alle parole «chesto t’ 'o dic' a tè» fa seguire un vocativo come questi «fonte d'ammore, scior’ 'e cardogna, lu mar’ e luna, ecc.»; altri premettono un ternario od un quinario ad un endecasillabo; e finalmente v'ha di quelli, e sono i meno usati, che in versi d'altro metro ripetono su per giù le istesse idee espresse nel canto."
Mottetti e riflesso della vita quotidiana a Napoli.
Questa raccolta include una sezione dedicata ai mottetti, che sono brevi componimenti poetici. I mottetti nella raccolta di Molinaro sono brevi componimenti che riflettono la vita quotidiana a Napoli.
Sebbene il documento non elenchi specificamente i mottetti principali, essi sono descritti come
- Espressioni popolari: Racchiudono saggezza, riflessioni morali, critiche sociali, sentimenti e osservazioni sulla realtà, in pochi versi spesso con un tono scherzoso o ironico.
- Temi ricorrenti: Trattano argomenti come l'amore, le relazioni, il lavoro e le difficoltà della vita, temi scherzosi o legati alla vita quotidiana mostrando il carattere vivace e resiliente del popolo napoletano.
- Dialetto napoletano: La musicalità e la vivacità del dialetto rendono i mottetti autentici e strettamente legati alla cultura locale.
- Riferimenti urbani: Spesso includono immagini della città, come vicoli, botteghe e il mare, che sono parte integrante della vita quotidiana a Napoli.
Differenze tra mottetti napoletani e quelli di altre regioni:
I mottetti napoletani si distinguono per:
- Musicalità e ritmo: Il dialetto napoletano, con la sua fluidità e melodia, conferisce ai mottetti una vivacità unica rispetto a quelli di altre regioni.
- Immagini vivide: Spesso includono riferimenti al mare, alla città e alla vita quotidiana, elementi caratteristici della cultura napoletana.
- Tono passionale: I mottetti napoletani tendono a essere più intensi e drammatici, riflettendo l'anima del popolo.
- Confronto con altre regioni: Molinaro ha evidenziato che i mottetti di altre regioni, come Sicilia e Toscana, possono essere più sobri o legati a tradizioni rurali, mentre quelli napoletani sono più urbani e vivaci.




I canti fanciulleschi includono filastrocche e canzoni legate all'infanzia, spesso utilizzate durante giochi o attività quotidiane.
Alcuni esempi:
- "Pise' e pisello": Un canto infantile che ha varianti in dialetti siciliano e romano.
- Canti legati ai giochi: Molinaro ha raccolto versi che accompagnano giochi fanciulleschi, come "Rimane è festa."
- Ninne-nanne: Sebbene non propriamente fanciulleschi, le ninne-nanne sono incluse nella raccolta e rappresentano un legame tra infanzia e tradizione orale.
Questi canti sono spesso i più sformati e difficili da comprendere, ma conservano ricordi e tradizioni antiche.
Canti fanciulleschi e riflesso della cultura napoletana:
I canti fanciulleschi nella raccolta riflettono la cultura napoletana in diversi modi:
- Legame con la vita quotidiana: Questi canti accompagnano giochi, attività e momenti di svago dei bambini, mostrando la semplicità e la gioia della vita popolare.
- Tradizioni antiche: Conservano ricordi e usanze che risalgono a epoche lontane, tramandando valori e storie attraverso generazioni.
- Musicalità e dialetto: Il dialetto napoletano conferisce ai canti un carattere unico, rendendoli immediatamente riconoscibili e legati al territorio.
- Temi universali: Sebbene siano specifici della cultura napoletana, i canti fanciulleschi trattano temi universali come l'innocenza, la curiosità e il gioco, rendendoli accessibili anche a chi non appartiene alla regione.
Molinaro ha sottolineato l'importanza di questi canti come testimonianza della vita e delle tradizioni del popolo napoletano.
Elementi culturali nei canti fanciulleschi:
I canti fanciulleschi nella raccolta riflettono la cultura napoletana attraverso:
- Tradizioni orali: Tramandano giochi, filastrocche e ninne-nanne che accompagnano l'infanzia, preservando usanze antiche.
- Legame con il territorio: Spesso fanno riferimento a luoghi specifici di Napoli, come il Carmine o Mergellina, creando un forte senso di appartenenza.
- Musicalità: La melodia e il ritmo dei canti rispecchiano la vivacità e la gioia della cultura napoletana.
- Valori comunitari: I canti fanciulleschi celebrano l'importanza della famiglia, della comunità e della condivisione, elementi centrali nella vita napoletana.
- Creatività e immaginazione: Attraverso giochi e indovinelli, stimolano la fantasia dei bambini, mostrando l'ingegno e la vivacità del popolo.
Molinaro ha evidenziato come questi canti siano una testimonianza preziosa della vita e delle tradizioni del popolo napoletano, contribuendo a preservare la memoria culturale.
Temi principali nei canti fanciulleschi:
- Giochi e divertimento: I canti accompagnano attività ludiche e giochi tradizionali, riflettendo la spensieratezza dell'infanzia.
- Natura e ambiente: Spesso fanno riferimento a elementi naturali come il mare, il sole e le colline, che sono parte integrante della vita napoletana.
- Relazioni familiari: Celebrazione della famiglia, con ninne-nanne e filastrocche che rafforzano il legame tra genitori e figli.
- Tradizioni e usanze: Tramandano storie, leggende e valori culturali, preservando la memoria collettiva.
- Immaginazione e creatività: Stimolano la fantasia dei bambini attraverso indovinelli e metafore.
Importanza dei canti fanciulleschi nella cultura napoletana:
- Preservazione della tradizione orale: I canti fanciulleschi sono un mezzo per tramandare usanze e valori da una generazione all'altra.
- Identità culturale: Riflettono l'anima del popolo napoletano, con il suo spirito vivace e la sua capacità di trovare gioia anche nelle difficoltà.
- Socializzazione: Favoriscono l'interazione tra bambini e adulti, rafforzando il senso di comunità.
- Espressione artistica: La musicalità e il ritmo dei canti mostrano la creatività e l'ingegno del popolo napoletano.
I canti fanciulleschi sono strettamente legati alle tradizioni napoletane e svolgono un ruolo fondamentale nella preservazione della cultura locale.
Ecco come si collegano:
1. Trasmissione orale delle tradizioni:
I canti fanciulleschi vengono tramandati di generazione in generazione, preservando usanze, giochi e valori che caratterizzano la vita napoletana. Essi rappresentano un ponte tra passato e presente, mantenendo viva la memoria collettiva.
2. Legame con il territorio:
Molti canti fanno riferimento a luoghi iconici di Napoli, come il Carmine, Mergellina o il Vomero, rafforzando il senso di appartenenza e identità culturale. Questi riferimenti geografici celebrano la bellezza e la particolarità del territorio.
3. Espressione della vita quotidiana:
I canti fanciulleschi riflettono momenti della vita quotidiana, come giochi, filastrocche e ninne-nanne, che accompagnano l'infanzia e le relazioni familiari. Essi incarnano la semplicità e la gioia della vita napoletana.
4. Valori comunitari:
Questi canti promuovono la socializzazione e il senso di comunità, incoraggiando la condivisione e l'interazione tra bambini e adulti. La cultura napoletana, fortemente basata sulla famiglia e sulla comunità, trova nei canti fanciulleschi un mezzo per rafforzare questi legami.
5. Musicalità e creatività:
La musicalità dei canti fanciulleschi riflette l'anima artistica di Napoli, una città famosa per la sua tradizione musicale. Essi mostrano l'ingegno e la vivacità del popolo, celebrando la capacità di trasformare la quotidianità in arte.
Molinaro evidenzia che i canti fanciulleschi non sono solo un'espressione dell'infanzia, ma anche una testimonianza delle tradizioni e della cultura napoletana, contribuendo a mantenere viva l'identità del popolo.




Molinaro ha confrontato i canti napoletani con quelli di altre regioni italiane, evidenziando somiglianze e differenze:
- Somiglianze:
- Molti canti condividono temi universali come amore, gelosia e tradizioni religiose.
- Alcuni canti napoletani hanno varianti in dialetti siciliano, romano e catalano (es. " La vecchia quanno perde la conocchia").
- La struttura e il ritmo dei canti sono spesso simili, mostrando una radice comune nella tradizione orale italiana.
- Differenze:
- I canti napoletani si distinguono per la loro musicalità e vivacità, influenzate dal dialetto e dalla cultura locale.
- La poesia napoletana è spesso più ricca di immagini e metafore legate al mare, alla città e alla vita quotidiana.
- Alcuni canti napoletani hanno un tono più passionale e drammatico rispetto a quelli di altre regioni.
Molinaro ha sottolineato l'importanza di questi confronti per comprendere l'origine e l'evoluzione della poesia popolare italiana.
Importanza della poesia popolare secondo Molinaro:
- La poesia popolare è considerata l'espressione più naturale dei sentimenti di un popolo, una miniera inesauribile di indagini psicologiche, sociologiche e linguistiche.
- Essa rappresenta la vera anima del popolo, con le sue virtù e difetti, e conserva tradizioni, usi, costumi, credenze e superstizioni.
- Molinaro sottolinea che il canto accompagna il popolo in ogni fase della vita: dalla ninna-nanna dell'infanzia, ai canti d'amore della giovinezza, fino ai canti luttuosi che ricordano i fasti alle generazioni future.
- La poesia popolare è vista come un patrimonio culturale da preservare, poiché riflette la freschezza dei pensieri e la potenza degli affetti del popolo.
Nella raccolta di Luigi Molinaro Del Chiaro, i canti napoletani presentano numerose varianti, spesso influenzate dal dialetto locale e dalle tradizioni dei diversi paesi. Queste varianti riflettono la ricchezza e la diversità culturale del territorio, con differenze nei testi e nelle melodie.
Canti popolari ed espressione di sentimenti comuni:
- Amore e passione: I canti popolari spesso esprimono sentimenti di amore, gelosia e desiderio, condivisi universalmente.
- Dolore e malinconia: Riflessioni sulla perdita, la lontananza e le difficoltà della vita, che trovano eco nel cuore di chi ascolta.
- Gioia e celebrazione: Festeggiano momenti di felicità, come raccolti, matrimoni e feste religiose.
- Critica sociale: Alcuni canti denunciano ingiustizie o comportamenti, mostrando il ruolo del popolo come osservatore critico.
- Unione e solidarietà: I canti popolari creano un senso di appartenenza, unendo le persone attraverso esperienze e sentimenti condivisi.
Molinaro ha sottolineato che i canti popolari, inclusi quelli fanciulleschi, sono una rappresentazione autentica dell'anima del popolo napoletano, con le sue virtù, difetti e passioni.
STORIE POPOLARI
OVVERO CANTI NARRATIVI




L'opera si conclude con il
“CAPITOLO XIII - MELODIE”



I canti popolari napoletani, inclusi quelli fanciulleschi, rappresentano una testimonianza preziosa della cultura e dell'identità del popolo napoletano. Attraverso la loro semplicità e profondità, essi raccontano storie, tradizioni e sentimenti che hanno attraversato generazioni, mantenendo viva la memoria collettiva. Luigi Molinaro Del Chiaro, con il suo lavoro di raccolta e studio, ha svolto un ruolo fondamentale nel preservare questo patrimonio, offrendo un ritratto autentico dell'anima popolare.
Questi canti non sono solo espressioni artistiche, ma anche strumenti di socializzazione, educazione e trasmissione di valori. Essi celebrano la bellezza della vita quotidiana, il legame con il territorio e la capacità del popolo di trasformare le proprie esperienze in poesia. La loro importanza risiede nella capacità di unire passato e presente, offrendo spunti di riflessione per il futuro.
In un mondo sempre più globalizzato, la valorizzazione di queste tradizioni locali è essenziale per mantenere viva l'identità culturale e per comprendere meglio le radici di una comunità. I canti popolari napoletani ci ricordano che, attraverso la musica e la parola, è possibile preservare ciò che rende unico un popolo.
Questa conclusione evidenzia il valore culturale e storico dei canti e il contributo di Molinaro, lasciando un messaggio di riflessione sulla loro importanza per le generazioni future.
I canti popolari napoletani raccolti da Luigi Molinaro Del Chiaro rappresentano un patrimonio culturale unico, capace di tramandare tradizioni, sentimenti e storie del popolo napoletano. La loro preservazione è fondamentale per mantenere viva l'identità locale, unendo passato e presente e offrendo spunti di riflessione per il futuro. Attraverso la musica e la parola, questi canti celebrano la bellezza della vita quotidiana e il legame profondo con il territorio, dimostrando il valore universale della cultura popolare.
Quali sono i “punti chiave” di questo lavoro:
🔹 Patrimonio culturale unico: I canti popolari napoletani tramandano tradizioni, storie e sentimenti del popolo, preservando l'identità locale.
🔹 Lavoro di Luigi Molinaro Del Chiaro: Raccolta e studio accurati per salvare questi canti dalla perdita, offrendo un ritratto autentico dell'anima popolare.
🔹 Funzione sociale: Strumenti di educazione e trasmissione di valori, celebrano la vita quotidiana e il legame con il territorio.
🔹 Unione passato-presente: Mantengono viva la memoria collettiva e offrono spunti per il futuro.
🔹 Valorizzazione delle tradizioni: Essenziale per preservare l'identità culturale in un mondo globalizzato.
🔹 Messaggio universale: La musica e la parola come mezzo per trasmettere l'essenza di un popolo alle generazioni future.
Un'opera che merita attenzione e rispetto per il suo contributo alla cultura e alla storia!
Una sintesi riepilogativa per concludere.
Il documento discute la raccolta di canti popolari napoletani, evidenziando l'importanza della tradizione e del folklore.
Introduzione
- Luigi Molinaro Del Chiaro presenta la sua raccolta di canti popolari napoletani.
- L'opera è dedicata a Benedetto Croce, in segno di amicizia.
- L'autore sottolinea l'importanza della poesia popolare come espressione autentica del popolo.
Raccolta dei Canti
- La raccolta include canti spontanei, raccolti dalla viva voce del popolo.
- Molinaro ha iniziato il progetto nel 1870, con un manifesto per raccogliere firme.
- Nel 1880, ha pubblicato centinaia di canti, intitolandoli "Canti del popolo napoletano".
Metodologia
- I canti sono organizzati in diverse categorie: ninne-nanne, giochi fanciulleschi, indovinelli, canti d'amore, storici-politici, mottetti, leggende e stornelli.
- Molinaro ha cercato di mantenere l'autenticità dei testi, registrandoli come li ha raccolti.
Importanza della Poesia Popolare
- La poesia popolare è vista come una miniera di indagini psicologiche e sociologiche.
- Molinaro evidenzia come i canti riflettano la vita quotidiana e le tradizioni del popolo napoletano.
- L'autore sottolinea che il canto accompagna il popolo in tutte le fasi della vita.
Riconoscimenti e Critiche
- La raccolta ha ricevuto lodi da vari critici e accademici, tra cui Bartolomeo Capasso.
- Si evidenzia la necessità di un sussidio governativo per continuare il lavoro di raccolta.
- La critica sottolinea la mancanza di varianti e confronti con altre raccolte.
Conclusione
- Molinaro esprime il desiderio di preservare la tradizione popolare attraverso la sua raccolta.
- L'opera è vista come un contributo significativo agli studi di folklore e poesia popolare in Italia.