DOMENICO MODUGNO e DELIA SCALA
Con PAOLO PANELLI
nella commedia musicale di
GARINEI e GIOVANNINI
Chiunque abbia provato a raccontare la trama scrive che la storia è quella di
“Rinaldo Dragonera, insolito brigante del catanese che ruba ai ricchi per aiutare i diseredati.
Sarà l'amore della nobile Angelica, una nobildonna siciliana che sostiene la causa di Garibaldi, a trasformare il fuorilegge in garibaldino e a spingerlo a combattere per la liberazione della sua Sicilia dall'occupazione borbonica.”
Cosa, questa, che intende sintetizzare cosa gli autori abbiano voluto raccontare e perché.
Questo lavoro teatrale ha avuto inizio nel 1961 a Torino, dove ha debuttato, in occasione del centenario della fantomatica “Unità d'Italia” di fatto ancora oggi mai realizzata e comunque irrealizzabile.
Oggi possiamo finalmente ben dire ad alta voce che la storia creata da Garinei e Giovannini prende spunto da quello che i “vincitori”, ma vorrei dire gli “assalitori traditori”, per decenni hanno voluto che fosse la realtà storica e che hanno imposto venisse raccontata nei libri di scuola e nei manuali di storia, falsando volontariamente i fatti, gli eventi e soprattutto le motivazioni che hanno mosso a quella che è stata una vera e propria distruzione di uno stato florido e ben governato.
Altro che “unione”! la più drammatica e bieca delle annessioni!
Nella presentazione della trama che viene diffusa, così come ho più sopra riportato, si racconta della nobile Angelica che per amore trasformò il “fuorilegge” in garibaldino spingendolo a combattere per la “liberazione della sua Sicilia dall'occupazione borbonica.”
Ben strano sarebbe scoprire che un “brigante” e certo giammai “fuorilegge”, fedele a Re Francesco fino alla morte, si lasciasse abbindolare da una “donna nobile garibaldina”.
Un “brigante” non avrebbe mai tradito i suoi compagni per nulla al mondo né, soprattutto, li avrebbe aggrediti con le armi.
Inoltre, cosa fondamentale da tenere bene in conto, è che i re Borbone non hanno mai occupato né il territorio che costituisce tutt’oggi il “Regno delle due Sicilie” né soprattutto la Sicilia.
Hanno invece governato con saggezza e capacità cercando esclusivamente il bene del proprio popolo, servendosi di personaggi illustri e illuminati sia per la gestione delle cose dello stato sia soprattutto per l’economia facendo assurgere il Regno delle due Sicilie da loro governato al terzo posto nella classifica dei più grandi stati europei dopo Inghilterra e Francia.
Quello che era considerato lo “stato italiano” era invece tra i più arretrati ed economicamente disastrati tra gli stati esistenti in quell’epoca e l’obbiettivo non è mai stata la volontà della costruzione di uno stato unico ma quello di accaparrarsi i tesori economici e industriali, presenti nei territori duosiciliani, per rimpolpare le oramai fatiscenti casse piemontesi, dando respiro a una industria quasi del tutto inesistente.
Lo hanno ben dimostrato sin da subito con deportazioni, eccidi e massacri perpetrati ai danni di tutta la popolazione.
No, nessuna unione ma una annessione, nessuna “causa garibaldina” ma una invasione che nulla di buono ha portato agli illusi nobili siciliani gran parte dei quali sono finiti sotto le spade degli invasori.
Di fatto quello che è stato creato da Garinei e Giovannini è un racconto falso e storicamente errato, i cui fatti storici non hanno nessun riscontro nella realtà.
Indubbiamente bisogna credere che il personaggio di Angelica, per essere garibaldina, apparteneva alla nobiltà: perché erano di fatto i nobili, soprattutto in Sicilia dove i proprietari terrieri sottomettevano le popolazioni e soprattutto i contadini, ad essere contro il Re Borbone vendendosi per biechi interessi a uno stato che si è poi subito mostrato per quello che era.
Re Ferdinando aveva minacciato il loro potere di latifondisti costringendoli ad affittare le loro terre a chi la terra la lavorava, a condizioni giuste; chi preferiva mantenere le terre incolte pur di non cederle, se le vedeva confiscate dallo stato che provvedeva poi ad assegnarle.
Dunque un brigante che tradisce i suoi ideali, il suo popolo e il suo Re?
Non si troverebbe una storia del genere da nessuna parte.
Nel 1860 la Sicilia ha perso la grande occasione per mostrare la sua grandezza e potenza lasciandosi sopraffare da una banda di malfattori che l’esercito borbonico avrebbe facilmente potuto debellare, e da un personaggio che arbitrariamente viene ancora definito come “l’eroe dei due mondi” laddove altra cosa acclarata è il suo passato di ladro di cavalli e manigoldo prezzolato.
Quei nobili, e quella parte di popolazione di ceto medio che aveva creduto a promesse giammai mantenute, fu costretta a scoprire amaramente di essere stata ingannata e illusa finendo con il diventare a prima causa della propria disperata fine.
RINALDO IN CAMPO
Musiche
MODUGNO
Coreografie
HERBERT ROSS
Scene e costumi
COLTELLACCI
Ha collaborato alla realizzazione delle coreografie RALPH BEAUMONT
con l'assistenza di Sergio Somigli
con
GIUSEPPE PORELLI
DANTE BIAGIONI
SIMONA SORLISI • ATTILIO BOSSIO • ITALIA CHIESA
"LA MARIONETTISTICA”
con
PIPPO NAPOLI
NATALE NAPOLI - JUZZO MUSCUSO – GIUSEPPE MESSINA
I SOLISTI
GOFFREDO SPINEDI - TONI VENTURA - ROCCO LEGGIERI - WALTER MARCONI
GIORGIO ZAFFARONI - WILLY COLOMBINI - MIMMO DEL PRETE - BERTO D'ALESSANDRO ELIO RIZZI - MARCELLO SERRALLONGA - FERNANDO PUGA DE VEIGA - LINO BENEDETTI
LE SOLISTE
JOSEPHINE LISLE - LETTIE TAYMAN - DENISE CLINCH - NANCY STEVENS
GIANNA ZORINI - MARIA TERESA DAL MEDICO - AUGUSTA DESEE - ARIELLA MENETTO
ELIZABETH SMAILES - LIDA VIANELLO - RENATA ZAMENGO - MAURIZIA CAMILLI
e con
FRANCO CICCIO
FRANCHI e INGRASSIA
Regia degli Autori
Assistente alla regia: Lina Wertmüller
personaggi e interpreti
(in ordine di entrata in scena)
Zia Agata Italia Chiesa
Angelica Di Valscutari Delia Scala
Armida (sorella di Angelica) Simona Sorlisi
Clorinda (sorella di Angelica) Gianna Zorini
Martisa (sorella di Angelica) Maria Teresa Dal Medico
Rinaldo Domenico Modugno
Chiericuzzu Paolo Panelli
Il Cantastorie Attilio Bossio
Facciesantu Ciccio Ingrassia
Prorunasu Franco Franchi
Goffredo Spinedi
Li Lupu De Li Munti Toni Ventura
Sfaticadu Willi Colombini
Puddu U Rinnegatu Giorgio Zaffaroni
Calascione Walter Marconi
Sprecamuorti Rocco Leggieri
Don Rosario
Barone Di Castrovillari Giuseppe Porelli
Don Niccolo' Niccoresi Angelo Pericet
I Pupari "LA MARIONETTISTICA" di Pippo Na-
poli (Pippo e Natale Napoli, Juzzo Muscuso, Giuseppe Messina)
Pasqualina Maurizia Camilli
Il Carceriere Elio Rizzi
Il Nonno Antonio Bonaventura
Carmela (sorella di Prorunasu) Augusta Desse
Rosa (sorella di Prorunasu) Renata Zamengo
Santuzza (sorella di Prorunasu) Lida Vianello
Capitano Birolli Dante Biagioni
Rosalia, sorella di Facciesantu Leida Viani
Prendono parte in ruoli diversi I SOLISTI e LE SOLISTE
L'azione si svolge in Sicilia dal 14 maggio al 9 agosto 1860
LE SCENE DELLO SPETTACOLO
PRIMO TEMPO
SCENA I
(Sera del 14 maggio 1860 in casa Valscutari)
Mentre in Sicilia avanza Garibaldo, Angelica si incontra con Rinaldo.
SCENA II
(Notte del 14 maggio 1860. Sulla montagna)
Angelica, fuggendo a tarda sera, s'incontra col brigante Dragonera.
SCENA III
(Mattino del 15 maggio 1860. Sulla montagna)
Angelica conciona coi briganti e vuole convertirli tutti quanti.
SCENA IV
(Notte del 15 maggio 1860. Sulle balze di Calatafimi)
Sulla collina del combattimento Rinaldo sosta, guarda e canta al vento.
SCENA V
(Mattina del 16 maggio 1860. In una piazza di Bagheria)
Annunzia trionfalmente un banditore la festa del glorioso protettore.
SCENA VI
(Mattino del 16 maggio 1860. Nel giardino della Villa Niccoresi)
Il barone partecipa a un convito alla fine del quale vien rapito.
SCENA VII
(Mattino dello stesso giorno. In un magazzino di carretti siciliani)
Il barone s’incontra col brigante e lo fa generale comandante.
SCENA VIII
(Pomeriggio dello stesso giorno. Nella piazza grande di Bagheria)
In piazza scende il nuovo generale ma la cosa finisce molto male.
SECONDO TEMPO
SCENA I
(Mattino del 17 maggio 1860. In una cella della fortezza borbonica)
Angelica, rinchiusa alla prigione, riceve una proposta dal barone.
SCENA II
(Pomeriggio del 17 maggio 1860 Nel cortile della casa di Prorunasu)
Dragonera, tradito dai compari, resta con due briganti e tre somari.
SCENA III
(Sera del 19 maggio 1860. In un antico chiostro sul passo di Renna)
Angelica, partita alla riscossa, corre a indossare la camicia rossa.
SCENA IV
(Mattino del 20 maggio 1860. Nel giardino della Villa Corinaldesi)
Finalmente Rinaldo scende in Campo e pei Borboni ormai non c'è più scampo.
SCENA V
(Notte dello stesso giorno) .
Rinaldo sogna che i garibaldini si trasformino in prodi paladini.
SCENA VI
Il 9 agosto 1860. Sul molo d'imbarco fra Taormina e Giardini)
In un mattino chiaro e risplendente partono i Mille per il continente.
Maestro d'Armi: ENZO GRECO
Dirett. d'Orchestra: NELLO CIANGHEROTTI
Direttore tecnico: CARLO MARESTI
L'azione si svolge in Sicilia dal 14 maggio al 9 agosto 1860
Lo spettacolo "Rinaldo in campo" si è voluto che rappresentasse un importante momento nella cultura italiana, sia dal punto di vista teatrale che musicale.
Nasce come parte delle celebrazioni per il centenario di una falsa e ignominiosa Unità d'Italia piuttosto che quello che è davvero stata: una annessione avvenuta con il sangue e la distruzione di un popolo e di una nazione, con la pretesa di riflettere il desiderio di celebrare e rievocare gli ideali di unità nazionale e di giustizia sociale (???).
Cosa che è da ritenersi falsa e fuorviante.
Il debutto a Torino, città ritenuto il simbolo del processo unitario italiano, avrebbe dovuto aggiungere ulteriore significato e importanza al lavoro.
Il ritardo dovuto all'infortunio di Modugno durante le prove mostra quanto anche le produzioni artistiche più ambiziose possano essere influenzate da imprevisti: meglio sarebbe stato annullarlo del tutto.
La trama, incentrata sul personaggio di Rinaldo Dragonera, presenta elementi di avventura, amore e impegno politico, offrendo al pubblico una narrazione coinvolgente e ricca di spunti riflessivi.
Viene da chiedersi quali spunti riflessivi può offrire un tale spettacolo narrante una fantasiosa vicenda che parte da un presupposto del tutto errato.
La presenza di Delia Scala nel cast e la collaborazione con comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia miravano a contribuire a rendere lo spettacolo ancora più attraente per il pubblico, offrendo un mix di talento e varietà.
Le musiche per lo spettacolo sono state composte da Domenico Modugno con lo scopo aggiunge un ulteriore livello di profondità artistica.
Il successo delle canzoni tratte dall'album testimoniano l'impatto duraturo della colonna sonora dello spettacolo.
Personalmente non ritengo affatto che, così come si pretende che sia ancora oggi, "Rinaldo in campo" rappresenti un esempio di come l'arte possa essere utilizzata per celebrare e riflettere sugli ideali nazionali e sociali in quanto, come ho già scritto, la storia narrata parte dal presupposto di un falso storico.
La produzione è stata poi portata anche a Parigi nel 1962 come rappresentazione dell'Italia al Théâtre des Nations durante il Festival delle Nazioni.
Successivamente, nel 1987, c'è stata una seconda edizione di Rinaldo in campo prodotta in collaborazione con il Teatro Biondo Stabile di Palermo, che ha debuttato a Palermo.
Ci sono stati altri adattamenti di questa opera con titoli diversi: "Rinaldo Dragonera" è stato rappresentato a Praga e "Rinaldi Rinaldini" a Mosca.
Lo spettacolo ha avuto una storia internazionale con rappresentazioni in diverse parti del mondo creando indubbiamente un grave danno di immagine a una intera popolazione e a uno stato che, prima della forzata e violenta annessione subita da parte di un re traditore (occorre sottolineare che Vittorio Emanuele III era un cugino di Re Francesco II il quale non avrebbe mai immaginato cosa stava tramando quel suo parente contro di lui), era stato grande sotto tutti i punti di vista.
Fonti: varie da internet.